
Contro il caporalato si muove anche la Gdo. Solo il Governo resta a guardare
di Stefano Mantegazza, Segretario generale Uila
Sono passati ormai 4 anni dall’approvazione della Legge per il “contrasto dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e del caporalato”, fortemente voluta dal sindacato, e oggi unanimemente riconosciuta come un’ottima legge.
Alla l. 199/2016 va data però ancora piena attuazione. Mancano, infatti, dei tasselli importanti per contrastare efficacemente questa piaga, presente in tutti i territori del paese, e vincere la sfida, che non possiamo permetterci di perdere, dell’etica del lavoro.
A tutti i Governi che finora si sono succeduti abbiamo presentato le nostre proposte operative: rendere più efficace l’azione della Cabina di regia della Rete del Lavoro di qualità, “bloccata/arenata” presso l’Inps; introdurre un marchio etico e un sistema premiante per le aziende che assumono manodopera attraverso la Rete; attivare tutte le sezioni territoriali della Rete passando da un mercato del lavoro gestito in parte dai caporali ad un mercato del lavoro trasparente e legale gestito dalle parti sociali, affidando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, il convenzionamento del trasporto e la gestione degli alloggi per i braccianti a parti sociali e istituzioni.
Su questi temi ormai da troppo tempo assistiamo allo stesso copione: mentre forze dell’ordine e sindacato sono sempre più impegnati a livello territoriale per fare terra bruciata intorno ai caporali, la politica invece non va al di là delle dichiarazioni d’intenti.
Sul versante repressivo, ogni giorno, agenti e magistratura attuano, con determinazione, numerose attività di controllo, mettendo a segno continui arresti di caporali e sequestrando quelle aziende che si sono rese complici di lavoro nero e sfruttamento della manodopera, fornendo, in alcuni casi, risposte innovative come la concessione del permesso di soggiorno ai lavoratori sfruttati che denunciano i loro aguzzini o, scegliendo l’applicazione dell’affido giudiziario, invece che del sequestro, dell’azienda colpevole ad altro soggetto per consentire la riassunzione dei lavoratori.
Il sindacato, da parte sua, continua incessantemente l’azione di sensibilizzazione dei lavoratori e, al tempo stesso, di attuazione della parte propositiva della legge attraverso la costituzione in tutte le Regioni e le province delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità.
Da ultimo anche la Grande distribuzione ha fatto un grande passo avanti sul versante della responsabilità sociale, stabilendo che saranno esclusi dai rapporti commerciali tutti i fornitori agricoli che, a partire da Gennaio 2021, non saranno iscritti alla Rete. Un segnale forte che va nella direzione giusta e che testimonia la presa di coscienza e la sensibilità sul tema della lotta al caporalato e sull’esigenza di creare una filiera agroalimentare responsabile e socialmente sostenibile.
Manca all’appello solo la politica. Perché al di là delle passerelle, dei tavoli, delle dichiarazioni di intenti e dei piani annunciati e mai attuati, ancora nulla è stato fatto. Piattaforme on line, piani triennali, convenzione del trasporto per i braccianti, misure premianti per le aziende iscritte alla Rete, condividiamo tutte le proposte finora presentate. Purché, però, si passi finalmente dalle parole ai fatti.