• comunicazione@enpaia.it

  • 800 24 26 24

I Consorzi di Bonifica modello di governance sul territorio

di Massimo Gargano, Presidente Anbi 

La sostenibilità ambientale, al centro dell’agenda 2030, deve integrarsi con le diverse dimensioni dello sviluppo. In questo quadro acquisiscono maggior rilievo la componente agricola – che procede di pari passo con quella ambientale – e il ruolo dei Consorzi di Bonifica nella gestione delle acque e del territorio.

L’agenda 2030, registrando una crescente consapevolezza della necessità di adottare un approccio integrato per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali introduce un concetto fortemente innovativo circa lo sviluppo sostenibile. Sostenibilità non più intesa come mera questione ambientale ma che deve integrarsi con le diverse dimensioni dello sviluppo.

Acquisisce quindi nuovo e maggiore rilievo la componente agricola che procede di pari passo con quella ambientale.

In tale ottica anche la lettura, ad esempio, di trasformare una rete di canali in terra in una rete intubata assume un rilievo assolutamente diverso. La rete di canali a pelo libero assume di fatto un ruolo fondamentale per la ricarica delle falde acquifere. Entrando quindi in gioco elementi in grado di contribuire al mantenimento dell’ecosistema attraverso la fornitura dei cosiddetti servizi collettivi ecosistemici. Tali agroecosistemi collettivi irrigui generano impatti positivi sull’ambiente: dal rimpinguamento delle falde, all’uso plurimo della risorsa, al miglioramento della produzione agricola e delle filiere produttive del Made in Italy agroalimentare, alle maggiori sicurezze idrogeologiche per i cittadini e le infrastrutture che si materializzano nella regolazione delle piene e sono legate alla manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo minore chiamato a  raccogliere e smaltire quantitativi di acqua che, in ragione dei cambiamenti climatici e dell’eccessivo consumo del territorio, sono superiori alla capacità di assorbimento del suolo.

Analogamente può ragionarsi per la creazione e l’alimentazione idrica di molte aree umide che offrono vari servizi, regolano processi ecologici, contribuiscono alla salute dell’ambiente, aumentano la sicurezza idraulica contenendo il dissesto idrogeologico e possono diventare aree, per coltivare e produrre energia oltreché habitat di molte specie vegetali ed animali.

Da non trascurare, infine, il valore estetico e paesaggistico di tali aree e di riflesso l’elevato livello di fruizione da parte della collettività.

Tutti questi servizi, proprio perché rivolti alla comunità e per i “valori” ambientali, sociali ed economici che contengono, sono pienamente rispondenti agli obiettivi dell’Agenda 2030.

Anche in tale contesto, dunque, si manifesta, per l’ennesima volta, l’estrema versatilità, capacità di adattamento, flessibilità dei Consorzi di Bonifica che sono nati con il compito “sanitario” di bonificare i terreni per consegnarli a una popolazione agricola che migliorò la propria condizione sociale contribuendo alla crescita del Paese, per affrontare, poi, la questione della sicurezza idraulica del “governo” della risorsa acqua con una attenzione particolare alle tematiche ambientali. Quanto fin qui detto mi autorizza a sostenere con forza che i Consorzi di Bonifica rappresentano un moderno modello di governance che impone loro, responsabilmente, di essere i protagonisti nelle scelte politiche e nella loro attuazione, di adattamento e mitigazione dei rischi dettati dai cambiamenti climatici e dall’eccessivo consumo del suolo. In piena sintonia con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dettati dall’Agenda 2030 e quindi con gli interessi del Paese e dei suoi cittadini.