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Cerved: fino a maggio fatturato aziende -220 mld – Scenario pessimistico fino a dicembre -470 mld

Roma (19 marzo 2020) – Fatturato in picchiata per le aziende italiane. E’ questo lo scenario che emerge dal nuovo Cerved Industry Forecast, dedicato agli impatti attesi del COVID-19 su oltre 200 settori dell’economia italiana, che include anche una stima degli effetti economici sui sistemi economici regionali.

Se l’emergenza Covid-19 durerà fino a maggio le imprese italiane perderebbero 220 miliardi nel 2020 e 55 miliardi nel 2021, con impatti molto diversificati tra i settori. Tra quelli più colpiti quello turistico con gli alberghi e le strutture ricettive in generale, il trasporto areo e l’automotive. A beneficiare invece il commercio on line, la distribuzione alimentare e la farmaceutica.

Cerved stima che con emergenza COVID-19 fino a maggio e a seconda della velocità di reazione del nostro sistema, servirebbero due mesi per il ritorno alla normalità, mentre nel caso l’emergenza duri fino a dicembre servirebbero sei mesi per la ripresa in una ipotesi in cui inoltre ci sarebbe un completo isolamento e una chiusura di tutti i paesi Ue.

In Lombardia con lo scenario base (pandemia fino a maggio) andrebbero persi 80 miliardi nel 2020-21 rispetto a tendenze ante Covid-19. In tutte le regioni nel 2021 si recupera il livello di fatturato 2019. In Basilicata e Piemonte le tendenze più negative per il 2020, a causa del peso dell’automotive. In Lombardia invece con lo scenario più pessimistico (epidemia in corso fino a dicembre) andrebbero persi 182 miliardi nel 2020-21 rispetto a tendenze ante Covisd-19; nel Lazio 118 miliardi. Nel 2020 e perdite relativamente più pesanti si osservano in Basilicata (-29,2%), Piemonte (-23,2%) e Lazio (-24,6%).

Una vera e propria emergenza economica che ci si augura venga trattata come quella sanitaria. Il centro studi tiene conto nella sua stima anche di interventi a sostegno delle imprese e delle famiglie da parte del governo.

Sarebbe auspicabile una moratoria di almeno 12 mesi sul pagamento dei finanziamenti in essere, la garanzia del mantenimento del rating delle imprese ed infine la predisposizione, quanto prima, di strumenti aggiuntivi di liquidità aziendale.

Alessia Capeccioni