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Il mondo agricolo, in difficoltà, non si ferma

Roma (1 aprile 2020)In uno scenario che vede il Belpaese totalmente fermo con le sue attività, la filiera dell’agroalimentare non si ferma. Continuerà a garantire i beni di prima necessità da portare sulle nostre tavole.

Infatti, come disposto dal Dpcm dell’11 marzo 2020, “restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che forniscono beni e servizi”.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha tenuto a sottolineare che, per tutte quelle aziende del settore che continueranno a rimanere aperte, ci sarà una maggiore garanzia per assicurare un lavoro sicuro ed adeguato ad evitare il contagio per tutti i lavoratori.

Ciò non significa che il settore sia esente dalla crisi che il Belpaese sta affrontando e lo si può notare dalle tante richieste di aiuto che produttori agricoli stanno avanzando, in questi giorni, al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Questa difficoltà dipende dal fatto che, nonostante il mondo agricolo non si sia fermato, risente comunque dello stop generale di tutte le altre attività. Ad esempio, basti pensare alla mancata ricezione delle strutture ristorative ed alberghiere o alla difficoltà nella ricerca e gestione della manodopera agricola, soprattutto quella proveniente dall’estero.

Perciò, in riferimento al decreto Cura Italia, Coldiretti evidenzia che “per garantire la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, in una situazione in cui molti sono senza lavoro, reddito e con difficoltà anche per la spesa”,  in quanto le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro né subordinato né autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.

“Una partecipazione che negli ultimi anni era praticamente scomparsa anche per i vincoli burocratici ed amministrativi e che ora è stata resa urgente dalla stretta degli ingressi alle frontiere che ha fermato l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero dai quali dipende ¼ dei raccolti nazionali” afferma il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che “occorre un intervento a livello comunitario per creare corsie verdi alle frontiere interne dell’Unione Europea per la circolazione dei lavoratori agricoli al fine di garantire gli approvvigionamenti nella filiera alimentare”.

Intanto, la filiera del vino – comprendente Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione Italiana Vini, Federvini, Federcoc e Assoenologi – ha inviato una lettera al Ministro Bellanova per varare un “Piano di sostegno all’export vitivinicolo nazionale”, puntando su una comunicazione positiva e propositiva, in grado di promuovere il nostro Paese all’estero. Viene richiesto, inoltre, di garantire liquidità alle imprese vinicole che stanno per affrontare la stagione più importante a livello produttivo, con i vigneti che iniziano a germogliare, e il necessario snellimento burocratico.

Una forte difficoltà condivisa anche da tutta la filiera agricola, alla quale si aggiunge – come già rilevato – la difficoltà nel reperire manodopera per la raccolta. Problematiche reali e tangibili che, come fa notare Giorgio Mercuri dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, stanno rendendo “sempre più arduo riuscire a garantire ancora a lungo ai cittadini una assoluta continuità nella fornitura di cibo” e che stanno già costando al comparto +20% di costi in più, per i quali, al momento, non esistono coperture nel decreto Cura Italia.

Maria Antonietta Conso