
Agricoltura: sportello online per stagionali
Roma (16 aprile 2020) – La mancanza di manodopera per le imminenti campagne di raccolta dei prodotti ortofrutticoli è stata al centro della conferenza stampa organizzata dall’Associazione della stampa estera in Italia, a cui ha partecipato il Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate. A fronte di circa 1 milione e 100mila lavoratori in agricoltura, stando agli ultimi dati consolidati, quasi 350mila è manodopera stagionale straniera che, a causa delle restrizioni per frenare la diffusione del COVID-19, non potrà prestare la propria opera nei lavori stagionali nelle campagne italiane.
Per rispondere alla mancanza di manodopera nei campi, Coldiretti ha messo a punto una banca dati online per garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle prossime campagne di raccolta in agricoltura. Si tratta di una piattaforma di intermediazione che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro prima on line e poi sul campo.
L’iniziativa è estesa a tutta la Penisola dopo il successo della fase sperimentale realizzata in Veneto; nella prima settimana, fa sapere la Coldiretti, sono stati 1500 gli italiani di tutte le età pronti a lavorare nei campi, dagli studenti ai pensionati fino ai cassaintegrati, passando da operai, blogger, responsabili marketing, laureati in storia dell’arte e tanti addetti del settore turistico in crisi; con il 60% che ha tra i 20 e i 30 anni di età, il 30% tra i 40 e i 60 anni e 1 su 10 ha più di 60 anni.
“Obiettivo di ‘Jobincountry’ – spiega Coldiretti – è mettere in contatto nei singoli territori le aziende in cerca di manodopera con quelli dei cittadini in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. Vanno, infatti, specificate mansioni, luogo e periodo di lavoro, ma anche disponibilità e competenze specifiche in un settore dove è sempre più rilevante la richiesta di specifiche professionalità”.
Il progetto è stato avviato in autonomia – sottolinea la Coldiretti – in attesa che dal Governo e dal Parlamento arrivi una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti, cassaintegrati e pensionati lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus da alcuni Paesi europei, dalla Polonia alla Bulgaria fino alla Romania, con i quali occorre peraltro trovare accordi per realizzare dei corridoi verdi privilegiati per i lavoratori agricoli. Con il blocco delle frontiere – precisa la Coldiretti – è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero.
“Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione siamo stati costretti ad assumere direttamente l’iniziativa” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di introdurre al più presto i voucher semplificati in agricoltura limitatamente a determinate categorie e al periodo dell’emergenza, senza dimenticare la ricerca di accordi con le Ambasciate per favorire l’arrivo di lavoratori stranieri che nel tempo hanno acquisito spesso esperienze e professionalità alle quali ora è molto difficile rinunciare”.
“Siamo a lavoro su diversi fronti per mettere in atto un pacchetto di misure e norme specifiche che risponda alle peculiarità del comparto primario – ha dichiarato il Sottosegretario Giuseppe L’Abbate – in grado di sopperire alla situazione emergenziale in corso, ma che possa rivelarsi utile per il rilancio dell’intero settore un domani, che ci auguriamo arrivi presto. Molte delle problematiche, infatti, sono questioni annose a cui va data una risposta risolutiva. Ad iniziare dalla difficoltà di far incontrare domanda e offerta di lavoro: in agricoltura servono tanti lavoratori in periodi concentrati in determinate zone geografiche. Per questo, diviene improcrastinabile la realizzazione di una piattaforma istituzionale che agevoli la ricerca di personale rendendo possibile reclutare chi è rimasto fuori da settori oggi fermi (come il comparto turistico-ricettivo) o come i beneficiari di forme di sostegno al reddito – ha aggiunto Giuseppe L’Abbate – o dando la possibilità a chi si trova in territorio italiano di poter lavorare a norma di legge, risultato a cui miriamo sia con la già avvenuta estensione dei permessi di soggiorno, sia con la regolarizzazione degli stranieri irregolari”.
Alessia Capeccioni