• comunicazione@enpaia.it

  • 800 24 26 24

La bilateralità chiave di volta della ripresa

di Giovanni Arretini
Presidente Confederdia

Secondo il presidente di Confederdia occorre un vasto piano di sviluppo e di incentivi per il settore agricolo, per far crescere la produttività attraverso l’introduzione di politiche innovative per un’agricoltura 4.0, che investa in tecnologie, dove formazione e informazione siano le leve per diffondere nuovi metodi di gestione delle aziende agricole.

Viviamo giorni cupi, mentre l’avanzata del coronavirus sembra non volersi fermare. Ci sentiamo smarriti e quello che fino a ieri era il nostro mondo “globale” ora appare una realtà fatta di tante isole che non comunicano più tra loro.

Il nostro primo ricordo va naturalmente a tutte le persone che non ci sono più e ai loro cari, ai quali ci stringiamo con profondo affetto.
Il nostro doveroso riconoscimento va invece a tutti i medici e a tutti gli operatori sanitari che, mettendo a rischio la loro stessa vita, stanno portando avanti un lavoro encomiabile di lotta in prima fila contro questo mostro.

Nessuno di noi immaginava, fino a pochi mesi fa, di potersi trovare in una situazione come questa. Chi come me lavora in campagna, nonostante i bombardamenti dei media sulla pericolosità del virus, deve assolutamente predisporre tutte le misure necessarie per tutelare la propria salute e per svolgere in sicurezza il proprio quotidiano lavoro, per produrre il cibo che sarà sulle tavole di milioni di concittadini, tutti i giorni.

Le ripercussioni sull’agricoltura
Personalmente lavoro nel settore ormai da oltre trentacinque anni come Direttore di aziende agricole operanti in vari comparti, dalla viticoltura alla olivicoltura, dall’agrituristico al settore zootecnico e le sue attività collaterali. Ho cercato di imparare quanto più possibile dalle persone che mi hanno preceduto, che mi hanno educato alla professionalità e alle quali devo la mia crescita in competenze e rapporti umani che, spero, mi saranno utili nella guida del nostro sindacato. Quello che ho appreso nella mia lunga esperienza di lavoro “sul campo” è che il nostro lavoro è soggetto alle regole della natura e della sua imprevedibilità. Questa pandemia sta però riportando l’agricoltura al centro della vita sociale ed economica del Paese; e gli agricoltori hanno riacquisito la responsabilità e l’onore che forse gli erano stati negati negli ultimi anni.

La crisi durerà tanto, sarà una strada dolorosa e tutta in salita, il contraccolpo sulla nostra società sarà tremendo, ma sono sicuro che il popolo italiano riuscirà a mettere in campo le stesse energie che furono sprigionate nel nostro dopoguerra e che portarono l’Italia nel novero delle nazioni economicamente più forti. In questi giorni di grave incertezza è fondamentale l’impegno di tutti per non creare allarmismo e proteggere con grande senso di responsabilità la salute dei cittadini, salvaguardando la coesione sociale e puntando con coraggio alla ripresa economica. Chiediamo al Governo, alle istituzioni europee, agli enti locali e alle parti sociali di attivarsi in maniera responsabile ma determinata per mettere sul tavolo tutte le risorse necessarie per far fronte nell’immediato all’esplosione della pandemia.

L’agricoltura diventerà ancora più strategica perché dovrà occuparsi della sicurezza alimentare, della produzione di materie prime, della loro trasformazione e della loro distribuzione. Non possiamo fermarci, dobbiamo tenere duro ed essere pronti a dare le risposte che il nostro Paese si aspetta. Non dovranno esserci furberie e speculazioni, ma dovremo ricostruire il nostro tessuto sociale e ricreare quel rapporto di fiducia produttore/cliente che buona parte dell’agricoltura italiana ha sempre mantenuto.

Bene ha fatto il nostro Governo con i primi decreti adottati per contenere il dilagare del morbo. Certo questo non basta, altri decreti andranno emanati ed altre risorse andranno cercate. Mi sarei aspettato un atteggiamento più solidale da parte dell’Europa.Il forte richiamo del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scosso le coscienze, ha, mi auguro, richiamato le istituzioni europee ad una maggiore presa di coscienza sul ruolo di “unione” europea. Forse questa è l’occasione anche per ripensare il ruolo dell’Europa così com’è ed affrontare la strada verso una vera Europa politica, così come l’avevano sognata i suoi padri fondatori.

Pensare ora al futuro
Il punto chiave ora è pensare alla ripresa disperatamente attesa.
Si richiede un vasto piano di sviluppo e di incentivi per il nostro settore, per far crescere la produttività grazie all’introduzione di politiche innovative per un’agricoltura 4.0, che investa in tecnologie, dove formazione e informazione siano punti cardine per diffondere nuovi metodi di gestione delle aziende agricole. Confederdia crede in questo progetto che potrà portare al rafforzamento della competitività della nostra agricoltura sul mercato globale, dove non ci dovranno essere dazi, ma dove la prima ed unica barriera doganale dovrà essere soltanto la qualità.

Siamo obbligati a guardare al futuro affinché le istituzioni italiane ed europee mettano in campo risorse straordinarie a favore dei lavoratori e delle imprese. Andrà ripensata una nuova PAC che valorizzi l’identità dei territori. Andrà snellita e sburocratizzata la procedura degli incentivi economici. I decreti annunciati dal nostro Presidente del Consiglio dovranno concretamente sostenere le imprese con provvedimenti specifici rivolti a quei settori vitali della filiera agroalimentare, che occupano migliaia di lavoratrici e lavoratori e su cui più pesantemente è scesa la scure della crisi. In questo senso gli strumenti della bilateralità potranno diventare un valido contributo volto al superamento di questo particolare difficile momento. Noi vigileremo affinché tutti i nostri dirigenti, quadri ed impiegati delle aziende agricole possano avere piena occupazione e con il riconoscimento di tutti i loro diritti.

 Il ruolo di Confederdia
Confederdia, che ha da poco festeggiato i suoi 72 anni, essendo nata a Bologna il 5 marzo del 1948, è stata fondatrice dell’Enpaia ed è un punto di riferimento e una risorsa per tutti gli addetti del settore; essa rappresenta le figure professionali che rivestono all’interno delle aziende agricole una funzione strategica. Il nostro impegno nei loro confronti si concreterà con la riapertura delle trattative, interrotte per l’emergenza Covid-19, per il rinnovo del Ccnl per i quadri e gli impiegati agricoli, che sono il punto di forza delle nostre aziende. È giusto ripartire da questo rinnovo, per dare un forte segnale di ripresa a tutto il mondo agricolo. Noi siamo un sindacato di volontari e ciò che mettiamo in questa missione è l’amore e la passione, che non ci sono mai mancati in più di settant’anni di storia.

Chiudo con una nota di speranza, facendo mie le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “si va verso una nuova primavera e bisogna essere tutti coraggiosi, solidali, determinati e coesi”.