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Parmigiano Reggiano. Una filiera in salute che si appresta ad affrontare il post Covid19.

Roma (06 maggio 2020) – Il 2019 è stato un anno da record per la produzione del Parmigiano Reggiano DOP, che cresce complessivamente dell’1,47% rispetto all’anno precedente e si conferma il primo prodotto Dop in Italia con un giro di affari di 1,56 miliardi alla produzione e 2,6 miliardi di euro al consumo, una quota export che supera il 41% (+4,3% di crescita in volume rispetto al 2018) e 3,75 milioni di forme prodotte (+1,47% rispetto al 2018).

Nei primi due mesi del 2020 (pre emergenza Covid), le vendite Parmigiano Reggiano avevano già registrato un aumento dei volumi di vendita, in particolare nella GDO dove la crescita ha sfiorato il +20%.

Meno felice, invece, l’andamento delle quotazioni, considerando che il prezzo all’ingrosso (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore) ad aprile di quest’anno si attesta poco sopra gli 8 euro al kg contro i 10,75 euro del 2019.

Da una recente ricerca – promossa dal Consorzio Parmigiano Reggiano sulle principali aziende di commercializzazione del prodotto – emerge che il 53% del campione analizzato dichiara di essere molto soddisfatto degli ordini complessivi ricevuti nei primi mesi del 2020, in particolare per quanto riguarda il mercato Italia. Meno entusiasmo, invece, per gli ordini provenienti dall’Unione Europea e grande preoccupazione per quelli di Nord America e Canada. Senza contare che le aziende del Consorzio prevedono nei prossimi mesi un calo complessivo degli ordini in particolare sulle medie e piccole superfici di vendita e nel canale horeca. Forse anche a causa della forbice tra il costo alla produzione e il costo al consumo e del calo della capacità di spesa di molte famiglie italiane conseguente alla pandemia.

“La situazione di crisi che stiamo affrontando a causa della pandemia – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – non ha interrotto le attività del Consorzio che si è da subito attrezzato per portare avanti i controlli qualità a tutela e garanzia del consumatore. Continuano anche le attività di vigilanza nei mercati con un’attenzione particolare alla tutela internazionale. Dopo i successi in Nuova Zelanda e in Cina del 2019, abbiamo sconfitto il gigante Campbell che dovrà ora rimuovere i riferimenti alla Dop dalle etichette dei sui prodotti”. “Il nostro lavoro continua – aggiunge Bertinelli – abbiamo provveduto ad una rivisitazione del piano marketing 2020 alla luce di tutte le limitazioni che stiamo subendo a causa del lockdown e a quelle che saranno le prossime fasi di questo lento ritorno alla normalità. Serviranno inoltre misure per calmierare la produzione, oggi in aumento eccessivo, così come azioni sul canale horeca per consentire una ripartenza in un segmento di mercato che si è completamente fermato”.

Alessia Capeccioni