
Vino italiano. Riapertura canale HORECA vale miliardi di euro
Roma (18 maggio 2020) – Il lockdown ha causato forti eccedenze di prodotto per gran parte dei vini più pregiati italiani, ma da oggi con la riapertura di bar, ristoranti e la ripartenza dei consumi anche ‘fuori casa’, si riattiva per il settore vitivinicolo un canale naturale che vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno.
Questo è il dato che emerge dalla survey dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor, eseguita su un campione rappresentativo di mille consumatori. Dalle interviste, solo il 23% degli italiani dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un solido 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve comunque le misure di sicurezza da prendere (45%). Non manca poi il cosiddetto “revenge spending” post lockdown, per i beni voluttuari come il vino: il 10% infatti prevede infatti di spenderne più di prima fuori casa, valore che sale al 15% per la fascia d’età fra i 25 e 40 anni e per chi non ha avuto problemi sul lavoro (13%).
“La nostra speranza – sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – è che gli storici partner dell’horeca possano essere messi al più presto nelle condizioni di poter riprendere il proprio cammino. Vino, accoglienza e ristorazione rappresentano il primo fattore distintivo del nostro Paese nel mondo, e trovano in Vinitaly il luogo di incontro per eccellenza, con una media di 18mila buyer italiani dell’horeca, dei quali 2/3 legati alla ristorazione. A ciò si aggiunge il tradizionale evento autunnale wine2wine business forum con l’innovativo wine2wine exhibition, primo vero appuntamento internazionale on e off line di quest’anno dedicato al vino”.
Per il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, “il ruolo della ristorazione e gli effetti del lockdown sulle vendite di vino (sia in Italia che all’estero) sono anche desumibili dalle giacenze a fine aprile di quest’anno, che evidenziano le penalizzazioni subite da alcune blasonate denominazioni che trovano nell’horeca il principale canale di commercializzazione. Si pensi al +9% di volumi in giacenza del Sagrantino di Montefalco e del Nobile di Montepulciano, dell’8% del Chianti Classico o alle maggiori eccedenze di bianchi importanti come Falanghina (+16%) e Soave (+24%). Ma il danno inferto dalla chiusura non è solo prerogativa dei vini di fascia premium: si pensi al +36% in giacenza di Castelli Romani o al +22% di Frascati, vini tipicamente somministrati dalle trattorie della Capitale, non solo rimaste chiuse ma purtroppo (nel breve termine) anche a corto di avventori stranieri”.
In Italia, rileva infine l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, circa un terzo dei consumatori beve prevalentemente fuori casa (42% i millennials), con un valore che incide per il 45% sul totale delle vendite in Italia (14,3 miliardi di euro nel 2018). Con un prezzo medio alla bottiglia di 15,4 euro, mentre al calice la spesa è di 5,7 euro.
Alessia Capeccioni