
L’appello di Slow Food: “Ripartiamo dalla terra!”
Roma (28 maggio 2020) – “Ripartiamo dalla Terra”. Un appello che nasce dalla rete dei cuochi dell’Alleanza, compresa in uno dei più importanti progetti di Slow Food, per chiedere al Governo e a tutti gli Enti territoriali di sostenere, con iniziative concrete, la migliore agricoltura d’Italia. Un’agricoltura più green, più equa e più rispettosa dell’ambiente, per la quale Slow Food si sta battendo da molto tempo.
L’iniziativa è stata già sottoscritta da più di 7.000 cuochi, contadini, allevatori, artigiani e cittadini, soprattutto a seguito dei dati resi noti da Unimpresa, che stimano un 30% di attività commerciali di vendita al dettaglio e somministrazione non in grado di avere condizioni economiche sufficienti da poter riaprire a giugno la propria attività.
“Un Paese che dimentica la terra è un Paese debole, un Paese che non valorizza la filiera agroalimentare con i suoi contadini, pescatori, pastori, artigiani è un Paese che non sa riconoscere la bellezza e non ha il coraggio di coltivare il sogno. La cucina italiana è una lunga catena dalle maglie fitte, ogni maglia rappresenta un contadino, un allevatore, un casaro, una trattoria, un ristorante, un’osteria, un pescatore, un vignaiolo, un pastaio.
Oggi questa catena è più fragile, molti anelli si sono indeboliti e necessitano dell’aiuto di tutta l’Italia prima che si spezzi”. Sono queste le parole di Massimiliano e Raffaele Alajmo del pluristellato ristorante “Le Calandre di Sarmeola” di Rubano (PD), che hanno accompagnato la propria firma all’iniziativa di Slow Food. L’appello mette in evidenza come sia necessario, in questo momento di crisi dovuto dall’emergenza sanitaria Covid19, un grande gioco di squadra per ripartire, nel quale tutti sono coinvolti (la filiera agroalimentare, i ristoranti ed i consumatori), perché, come ci ricorda Oskar Messner dell’osteria Pitzock in Val di Funes (BZ): “i produttori mettono l’anima nel lavoro che fanno, per noi cuochi il compito è portare quest’anima nel piatto, rispettandola e raccontandola”.
Solo insieme sarà possibile farcela. Ma bisognerà avere la volontà di mettere in atto un cambiamento vero, correggendo il paradigma della produzione e distribuzione dei prodotti agricoli ed avendo il coraggio di dire molti “basta”: all’uso di pesticidi, a derrate alimentari che fanno il giro del mondo o sono prodotte a danno degli ecosistemi, a monoculture e allevamenti intensivi.
Chiunque potrà firmare l’appello. Non solo cuochi o produttori, ma anche cittadini consapevoli ed impegnati a sostenere un’agricoltura buona, pulita e giusta. Per aderire all’iniziativa, infatti, bisognerà accedere al link (http://www.slowfood.it/) e compilare il modulo.
Firmare questo appello è il primo passo che Slow Food propone per una nuova strategia, tenendo conto di tutti quei temi, per un’agricoltura più green, più equa e più rispettosa dell’ambiente, su cui l’associazione lavora da oltre 30 anni, e lo farà trovando nuovi strumenti e nuove alleanze per fronteggiare non solo questa emergenza sanitaria, ma anche la lunga crisi dalla quale, se vogliamo, potremmo uscire migliori.
Maria Antonietta Conso