
L’agricoltura 4.0 vale oltre 450 milioni di euro
Roma (29 maggio 2020) – Un manifesto per la nascita del primo polo italiano per l’agroalimentare 4.0, con tecnologie, sicurezza e controlli 100% made in Italy.
E’ quanto annuncia la Coldiretti in occasione dell’Innovation Day, il forum on line che si è tenuto ieri in collaborazione con Filiera Italia e con Bonifiche Ferraresi per il futuro della filiera del cibo nell’éra post Covid, con la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini, e del segretario generale Vincenzo Gesmundo; del Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, di Antonio Samaritani amministratore delegato di Abaco Group, Luigi Scordamiglia consigliere delegato di Filiera Italia e Federico Vecchioni amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi. L’emergenza coronavirus – si spiega nel Manifesto dell’Agricoltura 4.0 presentato durante l’iniziativa – ha imposto un cambiamento radicale del modello economico globalizzato. Dal modo di rapportarsi con i consumatori alla sostenibilità ambientale, economica e sociale e nel nuovo scenario post emergenza l’innovazione sarà uno strumento imprescindibile per garantire la prosperità della società.
L’agroalimentare, ricorda la Coldiretti, vale un quarto del Pil (oltre 538 miliardi di euro) e offre lavoro a 3,7 milioni di persone dal campo alla tavola, passando per industria, distribuzione e ristorazione. Considerata quindi l’importanza del settore, serve un impegno che coinvolga imprese e istituzioni per la nascita del primo piano nazionale dell’agrifood 4.0, con obiettivi chiari e definiti riassunti in sei punti: accelerare la transizione digitale premiando l’adozione di tecnologie di agricoltura e zootecnia di precisione con progetti in grado di preservare le caratteristiche uniche del nostro territorio; fornire agli agricoltori supporto alle decisioni agronomiche in tempo reale; creare consapevolezza e cultura nel consumatore sulla provenienza dei prodotti e delle loro caratteristiche, garantendo sicurezza, salubrità e qualità attraverso l’adozione di tecnologie digitali per la tracciabilità dei prodotti; incentivare modelli economici innovativi che prevedano una più equa distribuzione del valore lungo la catena di approvvigionamento; sostenere lo sviluppo di canali di vendita digitali per le filiere corte nazionali; sviluppare brevetti basati su tecnologie che abbiano uno standard tecnologico “made in Italy” a servizio della filiera agroalimentare italiana per migliorarne l’efficienza e l’efficacia.
Molteplici i dispositivi di tecnologia digitale presentati. Un sistema di monitoraggio digitale degli insetti nocivi. Un “naso” elettronico che registra tutte le emissioni di gas degli allevamenti. Un circuito di sensori collegati via wi-fi che raccoglie ed elabora dati per rendere l’irrigazione intelligente ed efficiente. Il software e le tecnologie per coltivare in maniera efficace con la vertical farming. E poi i sistemi di supporto alle decisioni, i robot per la raccolta, i droni che verificano in volo lo stato delle colture, i sistemi informatizzati per la fertilizzazione di precisione. Il gestionale per l’azienda agricola che riduce i tempi dedicati alle “carte” ed evita di commettere errori. E per il mercato blockchain per la tracciabilità degli alimenti, la piattaforma per aiutare le aziende agricole a sviluppare l’e-commerce, fino al personal shopper digitale nel carrello.
“Il manifesto della filiera agroalimentare 4.0 va nella giusta direzione di creare aggregazione e sinergia tra il mondo della produzione agroalimentare e il mondo dell’innovazione tecnologica – ha sottolineato il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli – ma anche un ecosistema nazionale capace di valorizzare le eccellenze coniugando tradizione e innovazione. Ciò – ha aggiunto il Ministro – costituisce anche un aiuto per il Governo, poiché abbiamo bisogno di accompagnare le imprese in questo percorso ma soprattutto di essere accompagnati dalle imprese”.
Fra i primi promotori dell’iniziativa, oltre a Coldiretti, Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi, ci sono anche start up innovative: Abaco, Agrorobotica, Antaresvision, Blutentacles, Bluarancio, Bs Company, Cynomis, Edo, IBF, Idroplan, Hort@, XFarm, XNext, Ono, Revétree, Youfarmer, Agrofood Bic, Radarmeteo, EVJA, Meteoleaks, Tokenfarm e Tziboo.
L’agricoltura 4.0 di precisione vale oltre 450 milioni di euro ed entro due anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti. Con una crescita del 22% in un anno, gli investimenti in nuove tecnologie nel settore agricolo si concentrano in particolare sui sistemi di monitoraggio e controllo delle produzioni (49%), sulle attrezzature e software gestionali (34%) e sulle tecnologie di mappatura delle superfici e la raccolta di dati per il supporto alle decisioni (14%) spiega un’analisi della Coldiretti sull’Osservatorio Smartagrifood.
“Occorre che la fibra e tutti i servizi telematici cessino di essere uno slogan e siano portati nelle aree rurali nell’arco di qualche mese e messi a disposizione degli imprenditori agricoli – ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – per poter usufruire di tutta la tecnologia dell’agricoltura 4.0 che andremo ad offrire loro. Per pensare al nostro futuro e dare grandi opportunità ai nostri imprenditori oggi diventa ancor più fondamentale sostenere gli investimenti sull’innovazione annunciati dal Governo e che noi abbiamo chiesto che vengano riprodotti anche nei prossimi anni per far sì che la nostra agricoltura, già leader mondiale per qualità ed eccellenze, lo diventi anche in termini di tecnologia”.
“Abbiamo bisogno di una scienza amica – ha concluso il segretario generale di Coldiretti Gesmundo – che rassicuri la comunità sulla sicurezza e bontà di ciò che si mangia. Una tecnologia alla portata di tutti, una piattaforma di riferimento tutta italiana. Penso ai Consorzi, a Bonifiche Ferraresi come grande hub dell’innovazione per l’agroalimentare italiano, sono quanto serve oggi al Paese ed al mondo agroalimentare. Andiamo su questa strada, consolidiamo la nostra leadership e non lasciamo nessuno indietro”.
Alessia Capeccioni