
Lungo e pesante l’impatto del Covid-19 sul settore agroalimentare
Roma (5 giugno 2020) Nonostante il lento avvio verso la normalizzazione delle varie attività, gli effetti della crisi da Covid19 dureranno ancora per molto, soprattutto per il settore agroalimentare.
Proprio su questo aspetto, l’Università di Palermo ha voluto organizzare un incontro online, interfacciando diversi settori (dall’olivicoltura al comparto delle mele per arrivare al settore vitivinicolo) tra di loro e coinvolgendo anche rappresentanti della distribuzione e la Fondazione Fico, con la partecipazione di Duccio Caccioni, direttore scientifico.
Il webinar è stato intitolato “Coronavirus: l’impatto sul sistema agroalimentare” e si è tenuto martedì 19 maggio dalle 15 alle 18, con la partecipazione di vari relatori, tra i quali Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Sono state messe a fuoco, soprattutto, le criticità che la crisi ha portato alla luce: gap tecnologico, difficoltà logistiche e problema di manodopera nei campi.
A riguardo della prima criticità, il gap tecnologico, Massimo Tagliavini, presidente Aissa, ha sottolineato che “soffriamo di un gap tecnologico rispetto agli altri paesi. L’intero sistema agroalimentare nazionale andrà riadattato e dovrà funzionare in maniera coordinata. Bisogna poi trarre vantaggio dai progressi tecnologici, anche in agricoltura. Bisogna pensare alla programmazione di lungo periodo, produciamo sempre meno e dipendiamo troppo dai paesi esteri”.
Il problema della dipendenza con l’estero è stato anche ripreso da Francesco Tabano, presidente di Federolio, che proprio in merito a questo ha affermato come “la pandemia ha evidenziato le problematiche logistiche con costi di trasporto che sono lievitati. Ma ha reso anche lampante la dipendenza dalle importazioni: produciamo circa il 35% del fabbisogno di olio. Dobbiamo lavorare sulla filiera, a partire dai vivai, per aumentare la nostra produzione. Se dovessimo immaginare di rinnovare gli impianti con una olivicoltura moderna, non abbiamo neanche chi ci fornisce le piantine. La Spagna, per esempio, rinnovando gli impianti, ha quasi azzerato l’alternanza di produzione. Noi non solo non impiantiamo ma ogni anno ettari ed ettari di uliveti vengono abbandonati”.
A conclusione dell’incontro, Ugo Palara, responsabile dell’Ufficio tecnico di Agrintesa, ha voluto rivolgersi agli studenti che stavano partecipando, affermando che “il lato positivo della crisi dovuta al coronavirus è che ora tutti si sono accorti della centralità della produzione agroalimentare, il lavoro non mancherà ma è necessario essere pronti, preparati. Il settore agroalimentare offre grandi sfide e resta un comparto economico importante per il paese, occorre però attenzione per il nuovo che avanza”.
Maria Antonietta Conso