
Agroalimentare. Risorse insufficienti dall’UE
Roma (9 giugno 2020) – Durante l’audizione di fronte al Parlamento europeo, Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha affermato che con la pandemia causata dal Coronavirus “l’Europa è entrata in una crisi di una portata senza precedenti”. “Una crisi di cui nessuno è colpevole e che colpisce tutti gli Stati membri. Superare questa crisi – ha aggiunto Lagarde – e gestire la ripresa richiederà iniziative straordinarie sia a livello nazionale che a livello europeo”.
La decisione della Bce, infatti, è stata quella di rafforzare di ulteriori 600 miliardi di euro il piano di acquisti di titoli straordinario antipandemia, dove giocherà un ruolo fondamentale il Pepp, ossia il prodotto pensionistico personale paneuropeo, che “si dimostrerà essenziale per evitare una recessione anche più grave e per velocizzare il nostro percorso verso la normalizzazione”.
C’è da dire che, anche se queste sono state le misure varate dalla Bce per contribuire a risollevare gli Stati membri da questa crisi, l’Italia è fortemente insoddisfatta per le risorse europee straordinarie destinate all’agricoltura e alla pesca. Settori che, durante l’emergenza coronavirus, sono risultati fondamentali sia nell’ambito degli scambi internazionali sia in considerazione di una piena autosufficienza e sovranità alimentare, già minacciata dalla contrazione dei fondi per la PAC e che, ancora oggi, si stanno dimostrando fondamentali per fornire prodotti di qualità ai consumatori europei che stanno vivendo questa crisi con grande apprensione.
Ieri nella riunione del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura europei in videoconferenza, dove all’ordine del giorno c’è stata la discussione sugli aspetti rilevanti per l’agricoltura presenti nel Green Deal e nelle due strategie Farm to fork e Biodiversità, la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha infatti dovuto constatare l’insufficienza dei fondi per il comparto agroalimentare.
“Al riguardo – ha detto la ministra – ritengo che la Commissione non abbia adeguatamente considerato l’importanza del settore agricolo, sia nel garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei nel corso della pandemia, sia nel contributo che si chiede alle imprese agricole nella transizione verde. Non capisco infatti come mai alla PAC sono destinati solo 15 dei 750 miliardi di euro che dovrebbero essere messi a disposizione attraverso il Recovery Fund. Sono inoltre molto preoccupata su come potranno essere utilizzate queste risorse aggiuntive, concentrate in soli tre anni, e non condivido la chiave di riparto proposta. Se si tratta di uno strumento eccezionale mirato al rilancio dell’economia nella fase post Covid – ha concluso Bellanova – allora la chiave di riparto da considerare è esattamente quella generale del Recovery Fund”.
MAC.