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Più spazio alla biodiversità nel futuro dell’agrifood europeo

Roma (9 giugno 2020) – Per favorire la biodiversità e promuovere la coltivazione e il consumo di legumi arriva il progetto Increase (Intelligent collections of food-legume genetic resources for european agrofood systems), che vede capofila l’Università politecnica delle Marche, con 28 partner tra i quali la FAO. L’iniziativa di ricerca, un progetto europeo Horizon 2020 (dotato di fondi per 7 milioni euro in cinque anni) coordinato dal Prof. Roberto Papa di Univpm, è stata lanciata da partner di 14 Paesi.

Esaminando lo stato delle risorse genetiche vegetali di quattro importanti legumi alimentari tradizionali europei (ceci, fagioli, lenticchie e lupini), il consorzio mira a sviluppare strumenti e metodi di conservazione efficienti ed efficaci per favorire la biodiversità agricola in Europa e promuovere la coltivazione e il consumo delle leguminose alimentari.  La caratterizzazione e il mantenimento delle risorse genetiche dei legumi alimentari e il loro sfruttamento in agricoltura costituiscono infatti un elemento chiave per un’agricoltura sostenibile e per la salute delle persone. Nel 2019 il rapporto IPCC (comitato intergovernativo sul cambiamento climatico) intitolato “Cambiamento climatico e uso del suolo” ha indicato la transizione alimentare verso nuove diete a base prevalentemente vegetale come importante opportunità di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici generando significativi benefici in termini di salute umana. “Tuttavia, soprattutto nel campo dei legumi alimentari – si legge nel rapporto – gli investimenti nella conservazione dell’agro-biodiversità e nella ricerca sono estremamente limitati, portando a un potenziale genetico in gran parte inesplorato di queste importanti colture alimentari di base”.

Dalla ricerca emerge che l’assunzione di proteine vegetali è in aumento in molte regioni dell’UE e il mercato delle alternative a carne e latte è caratterizzato da tassi di crescita annua significativi, rispettivamente del 14% e dell’11% (dato europeo). Per far fronte alla crescente domanda di prodotti innovativi e soddisfare le richieste dei cittadini di prodotti alimentari sani e rispettosi dell’ambiente, sono necessarie nuove varietà e le risorse genetiche esistenti devono essere adeguatamente sfruttate per migliorare l’adattamento delle colture agli agroecosistemi europei e per migliorare le caratteristiche qualitative tenuto anche conto dei nuovi prodotti a basi di legumi che stanno avendo sempre più successo (es. pasta 100% legumi).  Increase  intende affrontare le attuali carenze concentrandosi su fagioli, ceci, lenticchie e lupini, combinando approcci di frontiera nella genetica e genomica delle piante ed anche utilizzando approcci informatici d’avanguardia per conservare, gestire e caratterizzare le risorse genetiche portando benefici a diversi livelli. “L’utilizzo delle risorse genetiche – afferma Roberto Papa, Professore ordinario di Genetica agraria presso l’Università Politecnica delle Marche e Coordinatore scientifico del progetto – è la chiave per la loro efficace conservazione, utilizzarle vuol dire farle arrivare direttamente nei campi degli agricoltori e anche negli orti dei cittadini utilizzando approcci partecipativi”. Inoltre, la disponibilità e l’accesso a raccolte di risorse genetiche ben descritte e ben gestite che catturano l’intera gamma di specie è di fondamentale importanza per raggiungere un livello competitivo in termini di prestazioni agronomiche e sostenibilità nell’UE.

L’idea è quella di coinvolgere molti soggetti tra cui agricoltori, trasformatori, PMI, istituti di ricerca e ONG attraverso un consorzio dedicato per facilitare la loro integrazione nel progetto. Infine, grazie alla partecipazione della FAO, saranno coinvolti i cittadini Europei per testare un approccio estremamente innovativo di conservazione decentralizzata delle risorse genetiche con un esperimento di Citizen Science grazie alla partecipazione di moltissimi cittadini e agricoltori europei. All’inizio del 2021, il progetto distribuirà più di 1.000 diverse varietà di fagioli comuni ai cittadini e agli agricoltori europei che li potranno valutare coltivandoli nel loro campo, giardino di casa o terrazzo ma anche cucinandoli. “I cittadini saranno coinvolti attivamente nelle attività di valutazione e conservazione – si legge in una nota – nonché nella condivisione e nello scambio di sementi facilitata da un’app mobile che sarà sviluppata per il progetto e che garantirà che lo scambio di seme avvenga secondo le regole e i principi del trattato internazionale sulle risorse genetiche”.

Alessia Capeccioni