
Il Consorzio Parmigiano Reggiano lancia un programma per sostenere i prezzi alla produzione
Roma (11 giugno 2020) – Durante gli ultimi mesi, caratterizzati dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, il prezzo del Parmigiano Reggiano riconosciuto dai grossisti ai produttori ha registrato un calo importante. Se si prendono a riferimento i listini del 2019 si stima che la riduzione sia circa del 40%. Una contrazione della marginalità che preoccupa i caseifici che, negli anni passati, hanno vissuto un periodo felice sia per quanto riguarda la produzione che le quotazioni. Nel 2019 la quotazione media annua è stata infatti pari a 10,75 euro, per poi scendere bruscamente sotto i 10 euro già a partire dal mese di ottobre – quando sono stati annunciati i dazi di Trump – e attestarsi oggi intorno ai 7,20 euro al kg.
Diversi i motivi del crollo del prezzo: in primis la riduzione delle vendite all’estero e la chiusura del canale Horeca nel periodo del lockdown. Ma il calo riguarda in particolare il prodotto stagionato dodici mesi, acquistato dai grossisti (sono una decina gli operatori che acquistano e rivendono il Parmigiano Reggiano) che hanno avuto una visione poco rosea del futuro del mercato e hanno spinto le quotazioni del prodotto verso il basso.
Per far fronte a tale situazione il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di tutela lancia un programma per arginare il crollo dei prezzi del Re dei Formaggi che prevede: il ritiro di 320 mila forme, misure per riequilibrare il mercato, un piano di marketing che consenta di restituire valore al prodotto e di garantire buone condizioni di reddito alla filiera. Il piano per rispondere alla crisi verrà presentato all’Assemblea dei Consorziati il prossimo 24 giugno. In primo luogo, il Consorzio acquisterà dai suoi 335 caseifici ben 320mila forme (160mila dell’ultimo quadrimestre 2019 e 160mila del primo quadrimestre 2020) così da riequilibrare il mercato. Le forme saranno conservate nei magazzini, fatte stagionare più a lungo e immesse progressivamente sul mercato quando sarà possibile ottenere una remunerazione adeguata al prodotto.
Non è la prima volta che il Consorzio interviene per ritirare le forme al fine di alzare le quotazioni: era già successo nel 2014-2015. La novità è che ora il Consorzio non si limiterà a ritirare le forme dal mercato, ma limiterà ulteriormente le quote di produzione che sono stata stabilite per il triennio a venire. Il Consorzio potrà inoltre contare sulle misure nazionali previste dal decreto rilancio. “Se negli ultimi mesi le vendite nel canale Horeca e all’estero si sono bruscamente ridotte – dice Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – abbiamo avuto grandi soddisfazioni nella Gdo che a maggio ha registrato una crescita superiore al 30%. Sono fiducioso: stiamo prendendo misure efficaci che, spinte da un piano di marketing adeguato, ci consentiranno di chiudere quest’anno così anomalo consolidando il giro d’affari del 2019. Mai come oggi è importante che le nostre aziende siano coese: avremo modo di confrontarci sulle prospettive per il futuro durante l’Assemblea dei consorziati che si terrà il prossimo 24 giugno”.
Alessia Capeccioni