• comunicazione@enpaia.it

  • 800 24 26 24

Focus sull’agroalimentare agli Stati Generali

Roma (19 giugno 2020) – Si è tenuto ieri, durante la quinta giornata degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphili, l’incontro con i rappresentanti del settore agricolo. “Di fronte a un Paese che non ha mai manifestato storicamente grandi capacità di spesa” dei fondi europei – dichiara il premier Giuseppe Conte – “dobbiamo sfruttare appieno questa opportunità. Se riusciamo a raggiungere l’obiettivo sarà solo perché riusciremo a stringere un patto in cui tutti marciamo, tutto il sistema Italia marcia verso questo obiettivo. Questo Paese è strutturato in modo troppo articolato per poter pensare che se non si rema tutti nella stessa direzione si possa raggiungere un obiettivo così sfidante”.

200mila i posti di lavoro dall’agricoltura. “L’esperienza dell’emergenza coronavirus ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale – afferma il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200 mila posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese”. Dopo essere stato snobbato per decenni si registra un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto che tuttavia, precisa la Coldiretti, si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse. “Un’opportunità che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione e il contenimento del costo del lavoro”, ha chiesto il presidente nel sottolineare che “la cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori più colpiti rappresenta una boccata di ossigeno per sostenere competitività ed occupazione nelle campagne. Ma serve anche una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.

L’emergenza Covid-19 ha provocato perdite stimate in 12,3 miliardi di euro al settore agricolo nel 2020 – continua Prandini – per effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici e della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione per diversi prodotti per effetto di distorsioni e speculazioni. “Da quando è iniziata la pandemia in Italia – ha precisato Prandini – il 57% delle 730 mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore; un allarme che ha comunque fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta mettendo a nudo tutte le fragilità”. Da qui la necessità di intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. In gioco, ricorda il presidente, “c’è una filiera allargata che dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati”.

Per il Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scarvino, “l’emergenza Covid-19 ha mostrato con tutta evidenza come il settore agricolo non sia residuale nel contesto socio-economico italiano, ma rappresenti il motore dello sviluppo e della crescita del Paese. Ha garantito l’approvvigionamento di beni alimentari durante il lockdown e ora rientra, quindi, a pieno titolo nel piano di rilancio economico dell’Italia”. Per Cia, infatti, la straordinarietà della crisi causata dalla pandemia, non consente un approccio ordinario, mentre è necessario che le istituzioni e la politica, superino rivendicazioni e opportunismi per dare forma credibile a un progetto più ampio che consideri l’agricoltura centrale e avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo. Gli Stati generali, secondo la Cia, devono far proprio quest’impegno anche per confermare al settore agroalimentare che oggi vale 205 miliardi, di essere sulla stessa lunghezza d’onda, comprendendo gli sforzi sostenuti negli ultimi mesi per far fronte a perdite e difficoltà e riconoscendo l’opportunità di una ricostruzione, mai avvenuta dal dopoguerra a oggi. “Sono due le strade principali da percorrere – sostiene Scanavino – in parallelo. Quella europea che deve vedere l’Italia ben posizionata nel contesto delle politiche comunitarie, definite dal Green New Deal e con le strategie Farm to Fork, Biodiversity e Next Generation Eu. L’altra strada è quella tutta italiana di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e al rafforzamento dei sistemi produttivi territoriali”. “Cia-Agricoltori Italiani – conclude Scanavino – si candida a esserne il promotore attivo nei territori, tra Enti e Istituti locali, imprese, società e mondo della ricerca. La ripartenza, su cui lavorare, passa per più adeguate politiche di governo del territorio, ammodernamento infrastrutturale, strategie di ‘conversione ambientale’ per una gestione sostenibile di suolo e fauna selvatica”.

Una riduzione delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro in modo da rilanciare i consumi, infine, è la proposta del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Siamo pronti a scrivere insieme un patto per il sistema Italia – precisa Giansanti -perché se le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un cambiamento dell’economia in chiave di competitività, in questo momento servono anche interventi mirati. Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le infrastrutture,diffondere la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la formazione come fattori chiave per lo sviluppo”.

“Per quanto riguarda il settore agroalimentare – sottolinea il presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che possono crescere di 15 miliardi. Una svolta in chiave competitiva per il nostro settore, che necessita anche di accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il Made in Italy”.

“Guardiamo con interesse ai contenuti del masterplan del Governo, del quale condividiamo le linee strategiche – afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina – che devono partire necessariamente dalla semplificazione, dal rilancio delle infrastrutture e dagli incentivi per gli investimenti per rendere competitiva l’agricoltura. Ora attendiamo di conoscere se e come questi aspetti si integreranno con i contenuti del ‘Piano Colao’, nel quale nonostante non figurino approfondimenti sull’agricoltura sono presenti aspetti che la riguardano indirettamente”.

“In tema di competitività dell’agricoltura – ha precisato il presidente – bisogna ragionare sul lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione del settore”. A questo proposito la Copagri ha stilato un pacchetto di richieste con diverse priorità, a partire dalla semplificazione burocratica e dalla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a mutui e altri finanziamenti. E poi le agevolazioni contributive, estendendo a tutti i datori di lavoro agricolo quelle riconosciute nelle zone particolarmente svantaggiate o montane; il credito agricolo, rafforzando il positivo strumento della cambiale agraria; gli incentivi ambientali, estendendo il “Bonus verde” a tutto il 2021 e il “Superbonus” agli agriturismi; la promozione dell’agroalimentare e il sostegno alle filiere, partendo dai settori più colpiti, ovvero il florovivaismo, la zootecnia da carne e da latte, gli agriturismi, il suinicolo, il bovino da carne e da latte, e l’ortofrutticolo.

 

Alessia Capeccioni