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Il Vino Italiano guadagna quote di mercato nonostante il Covid-19

Roma (22 giugno 2020) – Primo bimestre 2020 da record per il Vigneto Italia, ma secondo da dimenticare, con aprile tra i peggiori di sempre. Questo il quadro emerso dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che tuttavia tra i top 10 Paesi importatori fa segnare per l’Italia un +5,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente, grazie all’ottima prestazione negli Usa (+10,8%, nei primi 2 mesi il dato era a +40%) e in Canada (+7,1%). Profondo rosso invece sul vino francese (-10,1%), in ritirata nelle sue piazze chiave sia in Oriente che in Occidente.

In crescita, invece, gli acquisti on line con una quota del 15,5% che superano il canale wine store e quello diretto in cantina nonostante la massiccia organizzazione di delivery. La chiusura di ristoranti e bar unita alla necessita di restare a casa ha portato gli italiani a reperire in rete le etichette preferite e a sperimentarne di nuove. In questo scenario, tuttavia, ad aprile per i fermi imbottigliati italiani si registrano pesanti cali in tutti i mercati considerati, a eccezione di Canada, Russia e Corea del Sud: si va dal -5,2% del Giappone al -12,5% degli Usa (+6,8% gli sparkling), dal -26% della Svizzera al -48% della Cina, per un deficit complessivo sull’anno precedente del 7,2%, contro però il -22,2% francese.

Nei prossimi mesi, secondo l’Osservatorio, la crisi peserà ancora, per un minor potere di acquisto della domanda, oltre allo smaltimento dell’invenduto nella ristorazione e nei magazzini degli importatori. Senza considerare il trend della domanda Ue ad aprile, che si preannuncia con un segno negativo più marcato. Nel frattempo, l’Italia guadagna quote di mercato in quasi tutti i Paesi importatori, con incrementi consistenti in Svizzera (dal 33,1% al 37,7%) e negli Usa (dal 31,4% al 34,2%), dove da marzo ai primi di maggio si sono impennate del 31% le vendite nell’off trade, in particolare nelle fasce medie di prezzo (11-20 dollari), segmento in cui l’Italia è molto presente e competitiva.

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, “è un momento decisivo per il futuro del vino italiano; la crisi globale impone di fare ora scelte importanti che influiranno anche sul lungo periodo. Perciò Vinitaly ha moltiplicato i propri punti di osservazione e in questi mesi che precedono il Wine2Wine Exhibition&Forum di novembre condurrà sempre di più le aziende e le istituzioni in un percorso di lettura condivisa e multicanale delle dinamiche di mercato del nostro vino nel mondo”. Il settore enologico ha una presenza omogenea sul territorio italiano ed il vitivinicolo è certamente un campione di eccellenza per il paese, un settore maturo nella sua configurazione tradizionale, che si confronta con gli scenari competitivi globali.

E’ di questi giorni, infine, dopo un serrato confronto tecnico con le Regioni e le Province autonome e la consultazione dei rappresentanti della filiera vitivinicola, l’intesa sul decreto ministeriale relativo alla distillazione di crisi raggiunta dalla Conferenza Stato-Regioni. Questa misura, in deroga al Piano nazionale di settore, è stata prevista dal Regolamento comunitario dello scorso 30 aprile al fine di fronteggiare la crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19 e ha suscitato da subito interesse negli operatori.

“La distillazione di crisi è destinata al vino comune, non a denominazione di origine o indicazione geografica, e consente di togliere dal mercato quantitativi di vino che potrebbero creare turbative, con ripercussioni sui prezzi – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Sosteniamo il settore e, al contempo, rendiamo disponibile alcol da utilizzare a fini industriali, quindi anche per la produzione di disinfettanti. Ringrazio tutti per il lavoro svolto e per aver trovato un accordo tra le diverse esigenze di un settore che aveva iniziato in grande spolvero il 2020 ma che ha dovuto subire in maniera devastante l’impatto della pandemia, con la relativa chiusura del canale Horeca in Italia e all’estero che rappresenta lo sbocco commerciale privilegiato per il comparto vitivinicolo nazionale. Siamo certi che con politiche di sostegno e di rilancio – conclude il Sottosegretario L’Abbate – potremo riconquistare il posto che il vino italiano merita nel palcoscenico mondiale”.
Al finanziamento della misura sono destinati complessivi 50 milioni di euro, attraverso la  rimodulazione dei fondi disponibili per il Piano nazionale del settore vitivinicolo, assegnando alla distillazione di crisi parte dei fondi inizialmente destinati al finanziamento della misura delle distillazione dei sottoprodotti, per un importo di 10 milioni di euro, parte di quelli relativi al pagamento dei saldi della misura della promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi e delle economie realizzatesi nella misura, per un importo di 18 milioni di euro. A ciò si aggiungono 22 milioni di euro derivanti da probabili economie di spesa che si realizzeranno nel corso dell’esercizio finanziario 2019-2020. L’aiuto, che verrà elargito ai produttori da Agea, Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, sarà pari a 2,75 euro per % Vol/hl alcool e sarà concesso attraverso la stipula di un massimo di 2 contratti di distillazione per i volumi di vino comune giacenti in cantina per la produzione di alcol per usi industriali, farmaceutici e per la produzione di disinfettanti o energetici, purché abbia una gradazione alcolica minima di 10° vol.

Alessia Capeccioni