
Crack da 1,5 miliardi per il settore florovivaistico
Roma (6 luglio 2020) – “Ripartiamo con un fiore” è l’iniziativa nazionale che Coldiretti ha ideato, in collaborazione con AFFI (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani) e Federfiori, per portare l’attenzione sul crack da oltre 1,5 miliardi per il settore delle piante e dei fiori Made in Italy causato dalla pandemia da Coronavirus che, con il blocco di eventi e cerimonie (comunioni, cresime e matrimoni), ha colpito duramente un settore strategico per il Paese.
Strade, monumenti, panchine, fontane e muretti di tutta Italia che, in questi giorni, sono stati addobbati con fiori e fronde per ribadire la voglia di resistere e ripartire per continuare a garantire ai consumatori il meglio della produzione Made in Italy.
“La crisi generata dal Covid 19 ha provocato il crollo del fatturato e stravolto i bilanci delle aziende – sottolinea Coldiretti – e le composizioni floreali della durata di 24 ore per l’iniziativa “Ripartiamo con un fiore” rappresentano la richiesta di aiuto di un settore strategico per l’economia, il lavoro e la qualità della vita in Italia messo a rischio prima dalla concorrenza sleale di importazioni dall’estero e adesso dal crollo delle vendite causato dalla pandemia con il record storico negativo di piante e fiori mandati al macero”.
Già solo il Lazio, prima della pandemia, rappresentava il 10% del mercato nazionale di piante e fiori con un giro di affari di oltre 100 milioni di euro, posizionandosi al quarto posto nella classifica nazionale. “L’invito è quello di acquistare fiori italiani – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – per sostenere un settore che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio. Una situazione senza precedenti nella storia dell’Italia, dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio sono stati rinviati, addirittura al prossimo anno, quasi 60mila matrimoni, ai quali si aggiungono mancate cresime, comunioni, battesimi, eventi pubblici, fiere e assemblee, con la sospensione persino dei funerali e la chiusura dei cimiteri, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie anche ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini”.
“Nel comparto sono coinvolte 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro che ora si trovano in gravissime difficoltà. Il settore – secondo Coldiretti – ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende senza la quale non potranno essere avviati nuovi cicli colturali per la ripresa delle attività commerciali normali che si stima, visto il decorso dell’emergenza sanitaria e la stagionalità del settore, non avverrà prima di settembre”.
La Coldiretti si è subito mobilitata per chiedere indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subìti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali per il 2020. Inoltre devono essere potenziate e allargate le misure previste per il Bonus Verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che – conclude Coldiretti – ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Un’ultima misura che deve essere finanziata è quella della promozione del settore e dei consumi nazionali ed esteri per un vero rilancio di piante e fiori Made in Italy.
MAC