
Una conferenza organizzativa per progettare il rilancio dell’agroalimentare
di Cesare Manfroni
Presidente FENDA
L’agricoltura e le filiere agroalimentari italiane hanno fino ad oggi retto l’onda d’urto della crisi determinata dalla pandemia del Covid-19.
Ci sono tuttavia diffuse situazioni di criticità che devono essere affrontate da subito, altrimenti il sistema produttivo italiano potrebbe uscirne fortemente indebolito.E’ convinzione diffusa che la crisi in corso presenti alcune fondamentali peculiarità. In primo luogo l’impatto è asimmetrico a livello di settori produttivi, aree geografiche e tipologie di imprese. Ci sono situazioni di grave sofferenza, come quelle ad esempio che hanno colpito il florovivaismo, l’agriturismo, gli allevamenti che producono latte destinato a prodotti freschi.
Ci sono altresì situazioni opposte, dove l’emergenza sanitaria ha creato delle opportunità. È questo il caso, sempre ad esempio, delle imprese capaci di dialogare direttamente con i consumatori finali e di commercializzare i loro prodotti tramite piattaforma digitale.
C’è poi un elemento particolarmente critico che è stato evidenziato fin dall’inizio della fase di emergenza ed è la carenza di manodopera per le ordinarie operazioni di campagna, con particolare riferimento alle produzioni ad alto impiego di lavoro e ad elevato valore aggiunto, in primis il settore ortofrutticolo. A tale riguardo si potrebbe pensare a forme contrattuali innovative, a tempo determinato, per coinvolgere giovani e meno giovani (disoccupati, studenti, etc.) in particolare durante le fasi di raccolta delle produzioni agricole.
La Federazione dei Dirigenti dell’Agricoltura e delle Alte Professionalità dell’Agricoltura e dell’Ambiente, aderente alla CIDA, propone anzitutto di realizzare una grande conferenza organizzativa, o qualcosa di simile, per progettare un grande rilancio del settore Agroalimentare Italiano e della tutela dell’Ambiente. Coinvolgendo l’Istruzione Superiore ad indirizzo agrario, le Università e i Centri di Formazione Specializzati in Agricoltura, gli Istituti di Ricerca che fanno capo al Ministero Agricolo e alle Regioni, e, ovviamente, le Organizzazioni Professionali e Sindacali e i Rappresentanti delle Istituzioni Pubbliche.
La nostra idea parte dal presupposto che oggi il settore agricolo dovrebbe essere messo in grado di padroneggiare le tecniche della cosiddetta agricoltura 4.0 (precision farming, agricoltura digitale, eCommerce, big data, etc.), di conoscere i principi dell’economia circolare e di utilizzare sempre più pratiche sostenibili sia nelle coltivazioni che negli allevamenti. Per agevolare questo percorso sarà necessario prevedere delle agevolazioni pubbliche di natura fiscale e finanziaria.
Una seconda proposta:
– la radicale semplificazione burocratica di tutto il sistema, oggi quanto mai complessa e farraginosa, sia per quanto riguarda le normative nazionali che europee;
– la riforma del sistema della ricerca e della sperimentazione agraria in Italia; un grande patrimonio di risorse umane e di strutture non adeguatamente utilizzato;
– la trasformazione degli uffici regionali agricoli da terminali burocratici per l’applicazione delle politiche europee a centri per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione settoriale;
– un piano di rilancio della costruzione di laghetti collinari quanto mai utili per la valorizzazione agricola dei territori collinari dell’Italia Centrale e Meridionale e per una opportuna regimentazione delle acque per contrastare il degrado del territori;
– adeguate iniziative per la valorizzazione delle attività agrituristiche.
Una terza proposta è quella di lanciare una efficace campagna di comunicazione e di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica, per evidenziare i vantaggi legati al consumo dei prodotti agricoli ed agro-alimentari ottenuti con metodi sostenibili, presso aziende agricole orientate verso approcci produttivi non intensivi e naturali, distribuiti attraverso filiere semplificate, dove il ruolo del produttore agricolo è centrale (filiere corte e a chilometro zero).
In tal modo si avrebbero vantaggi per il consumatore, in termini di economia di costo e di accesso al cibo di qualità, e per il Pianeta sotto forma di maggiore sostenibilità dei processi produttivi e di minore impatto ambientale.
Nello stesso tempo prendere tutte le più opportune iniziative per valorizzare e favorire le esportazioni dei nostri prodotti agroalimentari e per far conoscere anche agli stranieri la rete di ospitalità di campagna che gli Agroturismi Italiani sono in grado di offrire.
La Federazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della Agricoltura e dell’Ambiente è disponibile, attraverso la professionalità e l’esperienza dei suoi associati, a collaborare per favorire il rilancio del sistema agroalimentare italiano e per la tutela e la valorizzazione, mediante adeguate forme di comunicazione, del nostro patrimonio ambientale.