
Sostenibilità e tecnologia per l’agricoltura del futuro
Roma (3 settembre 2020)
Un grande guaio per l’agricoltura nazionale quello della pioggia non caduta in Italia nella primavera del 2020: ben oltre 23 miliardi di metri cubi di acqua persi.
“Stiamo vivendo la più grande siccità degli ultimi 60 anni – dichiara la Fondazione Barilla – e l’unico modo per salvare i raccolti del futuro è quello di incentivare la tecnologia e la sostenibilità ambientale in agricoltura”. Ma bisogna agire subito perché, come sottolinea Riccardo Valentini, ordinario di Ecologia all’Università della Tuscia e membro dell’advisory board di Fondazione Barilla, la produzione di cibo e l’agricoltura sono ad oggi i settori più inquinanti per l’ambiente.
“L’agricoltura – afferma Valentini – è il terzo settore più importante di contributo al cambiamento climatico. L’ultimo studio della Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) mostra che tutto il sistema agroalimentare, dal produttore al consumatore, consuma circa il 37% delle emissioni. Un numero importante che non era così evidente”.
Se da un lato, quindi, l’agricoltura è il terzo settore per contribuzione al cambiamento climatico, dall’altro è anche quello in cui il cittadino può fare molto puntando su prodotti più sostenibili, anche grazie a maggiori investimenti in tecnologia. “La tecnologia è importante – sostiene Valentini – serve a lavorare meglio e a capire meglio la natura, io sono un illuminista da questo punto di vista. La tecnologia ci può aiutare in tante cose, a rendere l’agricoltura più sostenibile e nello stesso tempo ad avere livelli di produzione adeguati come avere persone giovani che con la loro intelligenza possono portare un contributo importante al settore agricolo”.
Su questa scia, si è mossa Fondazione Barilla che ha individuato cinque fattori chiavi per la gestione delle risorse idriche in agricoltura al fine di consumare meno acqua senza intaccare la produttività. Primo fra tutti c’è l’adozione di un approccio integrato alla rotazione delle colture fino ad arrivare all’utilizzo di misure volte a favorire il riciclo dell’acqua e il miglioramento dei sistemi di irrigazione.
Tra le best practice dell’agricoltura sostenibile c’è anche l’italiana Euro Tsa che ha lanciato, dopo aver lavorato per tre anni al progetto al fine di ridurre lo stress idrico, un concime microgranulare che fa diventare parte del terreno una spugna.
“Possiamo raggiungere una riduzione di acqua sulla superficie coltivata di 20-30% – conclude Luca Negra, tecnico commerciale per l’Est Europa – a seconda del tipo di terreno Da solo il microgranulo non risolve il problema della siccità ma possiamo dire che il microgranulo, aiutato da tutti i sistemi tecnologici già presenti, ci consente di contrastare fortemente la siccità che si sta verificando in questi anni”.
MAC