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Gli Agrotecnici puntano su accordi di partenariato per superare la crisi

di Roberto Orlandi  – Presidente Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati

Come gli altri, anche i settori dell’agro-alimentare hanno sofferto la gelata economica dovuta all’epidemia da COVID-19 ma non tutti in modo identico; il prezzo più alto lo ha pagato il settore dei  prodotti freschi, largamente utilizzati nella ristorazione, anche alberghiera, e quello legato al turismo enologico e gastronomico. In generale reggono meglio (anche se non potranno farlo in eterno) i settori della trasformazione, ad esempio quello vinicolo, che registra notevoli giacenze invendute per il lockdown della ristorazione, ma che non presenta le fragilità tipiche delle produzioni fresche.

Tutti i settori produttivi però, anche quelli che hanno aumentato i volumi, registrano una perdita di valore perché le produzioni sono state vendute prevalentemente nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e dunque con ricarichi assai più bassi rispetto alla ristorazione od al retail.

Per quanto riguarda la liquidità delle imprese del settore agrario non si registrano al momento particolari criticità, invece presenti nel settore della trasformazione o dell’industria collegata all’agro-alimentare; tuttavia alcuni specifici interventi del Governo, come la recentissima possibilità di utilizzo di strumenti finanziari agevolati e dell’ingresso di INVITALIA nel capitale azionario delle PMI oltre i 5 milioni di euro di fatturato (il decreto applicativo e’ stato registrato a fine agosto), appaiono strumenti di reale aiuto.

Anche i tecnici liberi professionisti hanno patito la loro parte; infatti, quali consulenti delle imprese, sono i primi a pagare la riduzione dei budget aziendali, rientrando la loro attività fra i “costi variabili” che possono essere più facilmente eliminati. E’ però ancora presto per capire quanto tutto questo abbia influito sui redditi e sull’occupazione dei professionisti; le considerazioni da fare sono infatti molteplici.

Per quanto riguarda l’occupazione, in primo luogo, gli effetti della crisi non sono ancora pienamente evidenti e potranno risultare temperati o accentuati da ciò che avverrà, a livello sanitario, nel prossimo autunno-inverno.

In secondo luogo i liberi professionisti iscritti nell’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati non operano solo nel settore legato alla diretta produzione di beni agro-alimentari ma altresì nei servizi, anche ambientali ed alla PP.AA., perciò con una ampia diversificazione. Alcune attività (ad esempio, servizi resi nell’ambito di gare di appalto oppure dai CAA-Centri Agricoli Autorizzati) non risultano effettivamente avere subito contraccolpi. Altre presentano la normale variabilità, legata a fattori diversi da COVID-19 (ad esempio, le perizie danni da calamità atmosferiche).

In terzo luogo, durante i periodi di crisi ci sono imprese che chiudono ma altre che investono e chi lo ha fatto nell’ambito delle Misure previste dai  PSR-Piani di Sviluppo Rurale delle Regioni si è dovuto necessariamente rivolgere a tecnici, sia nella fase di consulenza e presentazione delle domande che in quella di progettazione, facendo registrare una tenuta degli incarichi professionali se non, in alcune realtà, un lieve aumento.

Per quanto riguarda i redditi, quelli dei professionisti più “deboli” hanno trovato un, seppur parziale, ristoro nei molti interventi delle rispettive  Casse di previdenza; quella degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati -inclusa nella Fondazione ENPAIA-, fra le altre cose, ha erogato una indennità di sostegno (il “bonus” professionisti) per i mesi di marzo, aprile e maggio (anticipando i fondi per conto dello Stato); lo sforzo è stato notevole, reso possibile dal lavoro degli Uffici di ENPAIA, e da una buona gestione amministrativa che ha potuto disporre di tutta la liquidita necessaria.

Al riguardo, va detto sinceramente, il comportamento del Governo non ha aiutato, segnato da decisioni penalizzanti per i liberi professionisti ordinistici (rispetto ad altri analoghi soggetti), da un ripetuto cambio delle regole di percezione dei “bonus” e addirittura da azioni che danneggiano l’occupazione (come nel caso della tentata esclusione dei professionisti dai CAA).

Nei momenti di crisi ciascuno deve fare la propria parte, e maggiormente chi ha ruoli di vertice, sicché la resilienza dimostrata dai liberi professionisti può, anzi “deve”, essere favorita dai comportamenti pro-attivi dei Consigli Nazionali degli Albi; per questo il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha promosso diverse concrete iniziative che rappresentano altrettante occasioni di lavoro professionale. Vediamone alcune. Con FONDAGRI (la Fondazione di partecipazione creata insieme alla Federazione Nazionale dei Veterinari) abbiamo presentato, in più Regioni, progetti a valere sulle Misure 2 (Consulenza aziendale) e 16 (PEI-Partenariato Europeo per l’Innovazione) dei PSR, che nell’insieme incubano alcuni milioni di euro e che occuperanno centinaia di tecnici, per mesi.

Abbiamo rinnovato precedenti Accordi con le società partner di AGEA-Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, che svolgono  controlli sulla erogazione dei contributi europei alle imprese agricole (la “Domanda Unica”) e stimiamo che oltre 200 professionisti siano impegnati in queste attività, per molti mesi.

Con un Organismo di certificazione delle produzioni biologiche stiamo chiudendo un Accordo che favorirà l’ingresso nei loro ruoli di nostri professionisti, anche neofiti, dove questi ultimi saranno accompagnati nel necessario percorso di formazione al ruolo ispettivo.

Infine, difendiamo vigorosamente i CAA-Centri di Assistenza Agricola dei professionisti dal tentativo di farli chiudere, in favore di altri soggetti.

La ricerca di partnership è la cifra che contraddistingue l’Albo degli Agrotecnici e che ha consentito di segnare, negli ultimi otto anni (dal 2012 al 2019), un incremento degli occupati senza uguali, precisamente pari a + 6,60% medio. Ogni anno, per otto anni di seguito. Nessuna altra professione ha saputo fare altrettanto.

Agendo insieme l’Albo e la Cassa di previdenza hanno dimostrato di essere in grado di creare lavoro e ricchezza e, soprattutto, di farlo in maniera non episodica; per questo affrontiamo le intemperie di quest’anno senza rinunciare all’ambizione di continuare a crescere, e vigorosamente. Nonostante la crisi, infatti, ci siamo dati il non facile obiettivo di aumentare ulteriormente il numero dei nostri professionisti (le nuove P. IVA aperte) del +5,00% nel 2020. Se ovunque si perdono posti di lavoro, noi andiamo controcorrente.