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Osservatorio Enpaia-Censis sul mondo agricolo: per il 90% degli italiani l’agricoltura è il motore della sostenibilità

Il secondo numero dell’Osservatorio Enpaia Censis sul mondo agricolo, su “L’agricoltura nella seconda ondata, tra resistenza e rilancio”, presentato a Roma il 7 dicembre scorso, mette in risalto il ruolo crescente del settore non solo sul piano della ripresa economica ma anche su quello della sostenibilità sociale e ambientale. Se nel primo numero è stato certificato il valore economico e sociale aumentato della filiera agroalimentare, in questo aggiornamento dell’Osservatorio vengono delineati l’impatto del Covid-19 sulla filiera e la sua relativa tenuta e, soprattutto, quel che l’agricoltura e i suoi protagonisti potranno essere e fare nell’Italia post-pandemica. Innanzitutto, l’aggiornamento quadrimestrale dell’Osservatorio, a fronte di una caduta a due cifre delle variabili economiche, negli ultimi quattro mesi dell’anno registra un aumento della spesa alimentare domestica e degli acquisti nei negozi di vicinato, mettendo in evidenza come gli italiani abbiano adottato criteri funzionali per mettere in tavola cibo sano e sostenibile.

Il cibo elemento centrale per gli italiani
Durante la pandemia da Covid-19 si è rinnovata la centralità sociale del cibo con l’aumento della spesa alimentare domestica del 2,3% reale e il balzo di alcuni prodotti tipici del mangiare in casa con un +12% della pasta, +16% del riso e +16,2% della birra,+9,3% dei vini, +11,1% della frutta, +12,2% degli ortaggi. Parallelamente si è registrato un boom degli acquisti presso i negozi tradizionali di prossimità con un +31% delle vendite. Di fatto, nel corso della pandemia, per il 47,4% degli italiani il cibo è stato un formidabile alleato per garantire il proprio benessere psicofisico. Tra le priorità più avvertite dagli italiani, poi, ci sono: poter godere di tante piccole cose del quotidiano (40,9%); viaggiare tanto (25,9%); riparare i danni economici subiti (22,6%); far coesistere vecchie e nuove abitudini assunte in questo periodo, come ad esempio il ricorso al web, lo stare di più in casa (22,4%), realizzare un progetto o un sogno nel cassetto (20,3%) e infine ricostruire aspetti della vecchia vita (29,9%).

Oggi ristori, domani incentivi: servono più risorse per l’agricoltura sostenibile
La seconda ondata di Covid-19 rende i ristori statali vitali per tante imprese, mentre per il post-pandemia gli italiani vogliono più finanziamenti per le imprese che fanno meglio delle altre. Così, il 93,7% degli italiani è favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che investono in sostenibilità, intesa come tutela dell’ambiente e delle comunità. Il 92,3% dice sì a ridurre le tasse alle imprese per favorire gli investimenti in economia verde e circolare.

Tracollo della ristorazione, mentre l’agricoltura tiene meglio di industria e servizi
Per il settore della ristorazione il 2020 è stato un annus horribilis, con un crollo del fatturato atteso a fine anno del 40% che ha proiettato i suoi riflessi negativi sugli ordini e a caduta sul fatturato delle imprese del settore agroalimentare. Una crisi epocale, tra lockdown e seconda ondata, che non finirà automaticamente quando il virus sarà sconfitto, poiché 15,4 milioni di italiani sono convinti che non torneranno a mangiare fuori casa, almeno non subito. La crisi della ristorazione, così, minaccia anche l’agricoltura, minandone la tenuta mostrata finora. Carenza di manodopera a causa delle restrizioni, taglio dei fatturati per il calo di vendite dei settori collegati, crisi degli agriturismi: sono solo alcuni dei moltiplicatori degli effetti economici sul mondo agricolo. Dai dati dell’osservatorio emerge infatti che nel primo semestre 2020 il valore aggiunto del settore agricolo è sceso del -3,8% in termini reali rispetto al 2019, mentre si registra un -18,9% per l’industria e un -10% per i servizi. Nel secondo trimestre 2020 in agricoltura si ha un -8% di rapporti di lavoro attivati rispetto al 2019 (-31.124 in termini assoluti); mentre sul totale dell’economia il calo è stato del 44,5%.

 Mangiare bene vuol dire “sano e sostenibile”
I criteri con cui gli italiani scelgono gli alimenti esprimono i valori che il cibo deve rispettare e, quindi, i requisiti di produzione e distribuzione a cui devono attenersi gli operatori della filiera. Nella spesa alimentare vince la sicurezza degli alimenti (58%), poi la tracciabilità per verificarne la provenienza (40%), il gusto (35%), i contenuti nutrizionali (35%) e, solo dopo, il costo (31%). La qualificata alimentazione richiesta dal consumatore italiano è composta da: cibo sicuro, dalla biografia trasparente, sostenibile, buono, salutare e, tenuto conto di questi aspetti, anche conveniente.

Agricoltura motore per la sostenibilità ambientale e delle comunità
La sostenibilità ambientale e delle comunità resta per il 95,5% degli italiani la priorità per il futuro prossimo. Per il 90,6% degli italiani l’agricoltura ne è già oggi il motore e per il 60% ha dato sinora un contributo importante nella lotta al cambiamento climatico. Inoltre, secondo il 93% degli intervistati essa è decisiva per le aree rurali. Del resto, attualmente l’agricoltura consente agli italiani di mangiare sostenibile con prodotti nutrienti e salutari (51%), non trattati con pesticidi (40%), di origine locale (28%), dal prezzo per tutti accessibile (22%), realizzati con metodi e tecniche a basso impatto ambientale (19%). Agricoltura e sostenibilità sono strettamente legate e per gli italiani gli agricoltori (50%) sono il soggetto che più di tutti rende sostenibile il nostro sistema di produzione alimentare, più dell’ industria alimentare (47%), del governo nazionale (45%), delle amministrazioni regionali (35%) e delle istituzioni europee (31%).