Il Terzo Reporting System dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari offre un’analisi dettagliata dei dati raccolti attraverso il Sistema Informativo Anagrafe dei Fondi Sanitari (SIAF), focalizzandosi sugli anni di attestazione 2021, 2022 e 2023. Questo rapporto mira a fornire una panoramica completa delle informazioni fornite dai fondi che hanno scelto di iscriversi volontariamente all’Anagrafe, offrendo così uno spaccato rappresentativo del settore.
Analizzando la tipologia dei fondi attestati, emerge una netta prevalenza dei Fondi di tipologia B, ovvero Enti, Casse e Società di Mutuo Soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale. Nel 2023, il 96% dei fondi attestati rientrava in questa categoria, con 311 fondi su un totale di 324. I Fondi di tipologia A, ossia quelli integrativi del Servizio Sanitario Nazionale istituiti o adeguati ai sensi dell’art. 9 del D.lgs. n. 502/1992, erano 13, rappresentando il restante 4%.
L’iscrizione all’Anagrafe dei Fondi Sanitari, secondo quanto prevede il quadro normativo attuale, è annuale e volontaria, con scadenza fissata al 31 luglio di ogni anno. Questo processo consente ai fondi di ottenere l’attestato necessario per usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa fiscale. È fondamentale per i fondi rispettare – oltre che gli ambiti di intervento di cui si dirà in seguito – questa scadenza per garantire la continuità delle agevolazioni ai propri assistiti.
Guardando al numero di iscritti, si rileva che quasi 16,27 mln di soggetti sono oggi iscritti ad un fondo sanitario (anno di attestazione 2023, anno fiscale di riferimento 2022), di questi 16,25 mln aderiscono ad un fondo di tipologia B, la restante parte ad un fondo tipologia A.
La distribuzione per tipologia di aderenti rivela una quota preponderante di lavoratori attivi (82,6%), a seguire i familiari dei lavoratori (14,2%) e infine i pensionati (3,2%). Nonostante gli importanti sforzi compiuti dai fondi sanitari nel mantenimento dei pensionati in copertura, emerge dai dati ancora una scarsa partecipazione dei lavoratori in quiescenza, che rappresentano una classe di popolazione molto ampia e mediamente più bisognosa di cure rispetto alle altre, e che, visti gli andamenti demografici, andrà costantemente aumentando nel corso del tempo.
Le prestazioni complessivamente erogate dai fondi sanitari ammontano a 3,24 miliardi di euro, registrando una crescita costante nel tempo. Sebbene questa cifra rappresenti un contributo significativo, il suo peso rimane relativamente modesto rispetto all’insieme della spesa sanitaria privata sostenuta dalle famiglie. Nei prossimi anni, sarà quindi cruciale ampliare il numero di assistiti e l’ammontare delle prestazioni erogate, rafforzando così il ruolo dei fondi sanitari integrativi nel sistema di welfare.
Analizzando la suddivisione tra prestazioni comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed extra LEA, emerge che circa un terzo della spesa è destinato a prestazioni integrative, ovvero a servizi non inclusi nei LEA.
Per quanto riguarda i fondi di tipologia A, che sono vincolati a finanziare esclusivamente prestazioni extra LEA, oltre il 99% delle risorse impiegate è destinato all’assistenza odontoiatrica.
Diversamente, i fondi di tipologia B, pur potendo finanziare sia prestazioni LEA che extra LEA, devono garantire una quota minima di risorse alle prestazioni integrative per ottenere l’attestazione dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari. La normativa prevede, infatti, che almeno il 20% delle prestazioni annue sia destinato ad ambiti di assistenza integrativi rispetto ai LEA, come stabilito dall’art. 2, comma 2, lettera d) del DM 27 ottobre 2009. Tuttavia, negli ultimi quattro anni, questi enti hanno superato ampiamente la soglia minima richiesta, destinando stabilmente circa il 33% delle risorse a prestazioni extra LEA.
Esaminando la distribuzione delle risorse tra le varie tipologie di prestazioni previste dalla normativa, emerge una prevalenza significativa dell’assistenza odontoiatrica, che assorbe il 67% delle risorse. Le restanti quote si suddividono in maniera pressoché equa tra prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e servizi finalizzati al recupero della salute.
Il rapporto condiviso dall’Anagrafe continua a fornire dati essenziali per analizzare l’andamento del mercato e monitorarne le dinamiche. L’auspicio è che l’implementazione del cruscotto delle prestazioni dei fondi sanitari contribuisca, nel lungo termine, a un maggiore coordinamento e a una valorizzazione più efficace dei dati di sistema. Questo processo potrebbe favorire sinergie sempre più virtuose tra il Servizio Sanitario Nazionale e il sistema dei fondi integrativi, migliorando l’efficienza complessiva dell’assistenza sanitaria.