L’evento formativo svoltosi a Torino non è stato un semplice seminario di formazione. È stato un punto fermo nella crescente consapevolezza che la filiera agroalimentare italiana abbia bisogno di un salto di qualità, non solo sul fronte produttivo ma, ancor prima, su quello etico e sociale.
Il corso “Tutela dei diritti del lavoro in agricoltura”, organizzato con il contributo dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dell’Associazione Stampa Subalpina, e ispirato da Fondazione Enpaia, ha rappresentato l’undicesima, tappa di un percorso che sta seminando idee e buone pratiche in tutto il Paese.
Torino, città da sempre all’avanguardia nelle dinamiche industriali e sociali, si è rivelata il contesto ideale per approfondire temi cruciali. L’agricoltura piemontese, con i suoi 3,8 miliardi di euro di produzione standard e una superficie coltivata in crescita, testimonia una vitalità che non può prescindere da una profonda riflessione sulla tutela del lavoro. I dati emersi dal seminario – come i quasi 1.000 lavoratori irregolari identificati in Piemonte dal Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro o la predominanza di contratti a tempo determinato (l’85% del totale) – non sono solo cifre, ma squarci su una realtà che chiede risposte urgenti e concrete.
L’apertura dei lavori, con i saluti di Stefano Tallia, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, e Silvia Garbarino, Segretaria dell’Associazione Stampa Subalpina, ha subito inquadrato il senso dell’iniziativa: una valida occasione per l’aggiornamento e il confronto, non solo un obbligo deontologico ma una vera e propria opportunità. Il ruolo della deontologia, del resto, è stato efficacemente ribadito da Gianfranco Quaglia, Presidente del Collegio di Disciplina dell’ODG Piemonte, che ha illustrato le novità del nuovo Testo Unico, con particolare attenzione all’etica e all’integrità professionale nell’era digitale, dove l’intelligenza artificiale, per la prima volta inserita nel Codice (Art. 19), apre scenari complessi e affascinanti per il mondo dell’informazione.
Dall’Arma all’IA: voci e prospettive del settore; il contributo del Colonnello Loris Baldassarre, Comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Milano, ha fornito una fotografia di come la legalità sia il primo argine contro lo sfruttamento e il “caporalato”. I dati presentati, rccontano numeri importanti: 4.499 accessi ispettivi e la sospensione di attività per 868 aziende nel solo 2024 nelle quattro regioni di competenza: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Questi numeri consistenti ribadiscono un concetto fondamentale: non può esistere innovazione senza il rispetto delle regole e dei diritti.
E di innovazione si è parlato ampiamente soprattutto nell’intervento di Massimo Fiorio, componente del CdA di Fondazione Enpaia in quota al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Fiorio ha sottolineato come vi sia la necessità di un welfare agricolo “su misura”, capace di adattarsi alla stagionalità e alla dispersione geografica delle realtà rurali; Un welfare che, attraverso misure specifiche come la legge 141/2015, di cui Fiorio è stato primo firmatario in Parlamento, miri a dare stabilità e dignità a chi lavora la terra.
Ma è stata la visione proiettata da Francesco Gagliardi, responsabile comunicazione di Enpaia, e di Giuseppe Peleggi, dirigente Enpaia e già direttore generale delle Dogane e dei Monopoli di Stato, a dare il senso più profondo di questo “modello Torino”. Gagliardi ha delineato il ruolo di Enpaia non solo come ente previdenziale, ma come vero e proprio “attore economico chiave”, capace di investire strategicamente nelle aziende agroalimentari italiane, tutelandone la proprietà e rafforzando la filiera. Una dimostrazione pratica di come la previdenza possa essere motore di sviluppo e non solo un costo sociale.
E qui si giunge al ruolo dell’intelligenza artificiale che per alcuni aspetti Gianfranco Quaglia aveva già collegato all’art. 19 nel suo precedente intervento sul nuovo testo unico della deontologia professionale dei giornalisti. Peleggi ha impegnato la platea con una riflessione sul linguaggio quantico, un nuovo tipo di comunicazione che va oltre il digitale, sfruttando la sovrapposizione e l’entanglement; vale a dire l’intreccio o il groviglio che rappresenta uno dei fenomeni più affascinanti e misteriosi della meccanica quantistica. In parole semplici, ciò si verifica quando due particelle diventano così strettamente correlate che lo stato di una influenza istantaneamente lo stato dell’altra, anche se si trovano a chilometri, o anni luce, di distanza per elaborare informazioni in modi rivoluzionari.
Peleggi ha suggerito che “il futuro potrebbe portarci verso un’integrazione ancora più profonda, dove le macchine comprenderanno il nostro linguaggio in modo sempre più naturale, mentre noi impareremo a dialogare con loro attraverso nuovi codici e sistemi simbolici”, aprendo scenari affascinanti per il settore primario e, in modo implicito, per il nostro stesso mestiere di informatori.
Questo seminario torinese, l’undicesimo di un percorso che Fondazione Enpaia sta sviluppando con sull’intero territorio nazionale, non è stato solo un’occasione per acquisire crediti formativi. È stato un momento di riflessione collettiva su come costruire un’agricoltura più competitiva, sostenibile e, soprattutto, più giusta. Una filiera del cibo di qualità passa necessariamente per il rispetto dei diritti dei lavoratori, per la lotta all’illegalità e per un’innovazione consapevole e inclusiva.
Il Piemonte, con la sua storia di innovazione e la sua solida tradizione agricola, si conferma un laboratorio ideale per disegnare il futuro di un settore vitale per l’intero Paese ed è perfettamente allineato con la mission di Fondazione Enpaia.