- l’incidenza relativa delle realtà comunali classificabili tra le Aree interne è più elevata al Sud e, in particolare, nelle Isole, dove rappresentano il 79,4% dei comuni e il 43,3% della popolazione ivi residente;
- oltre al maggiore spopolamento, le AI scontano una marcata fragilità demografica con un indice di vecchiaia superiore alla media nazionale.
- da un lato pensare a misure di rilancio economico e sociale delle AI poggiate, secondo l’Istat, prevalentemente sul sostegno allo sviluppo delle attività endogene (es. le industrie creative e culturali e le attività turistiche, oggetto di vari progetti di valorizzazione);
- dall’altro, indispensabilmente, pensare anche a misure integrative sul versante dell’assistenza sanitaria e sociale. Ciò al fine di compensare quei fattori che (ancora secondo l’Istat) fanno sì che nei cosiddetti territori del disagio si osservano rischi sanitari superiori rispetto alla media nazionale, in connessione con la fragilità delle condizioni socio-economiche individuali e la debolezza dell’offerta di servizi.
- non dismettere ma anzi mantenere e incrementare la capacità di controllo del fenomeno epidemico COVID e varianti, individuando precocemente i casi sintomatici, riconoscere i casi asintomatici, immediatamente circoscrivere eventuali focolai;
- ripristinare la erogazione piena delle prestazioni e dei servizi compresi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), recuperando il ritardo eventualmente determinatosi nella erogazione delle prestazioni, a causa dell’irrompere del COVID-19.
- riprendere il percorso di qualificazione dell’assistenza offerta dal SSN – con riferimento al continuo monitoraggio non solo delle risorse (umane, strutturali, tecnologiche, finanziarie), ma anche delle procedure, degli esiti degli interventi/servizi/prestazioni dei vari livelli del sistema sanitario- tenendo conto dell’esperienza legata all’ emergenza COVID-19, e ponendo maggiore attenzione a due fattori: garantire i LEA e promuovere l’appropriatezza delle cure.
- Area delle Prevenzione collettiva
- Area dell’Assistenza distrettuale
- Area dell’Assistenza ospedaliera.
- Cure di primo livello afferenti alla competenza della medicina generale
- Cure di secondo livello afferenti alla competenza della medicina specialistica ambulatoriale
- Cure di terzo livello afferenti alla competenza della medicina ospedaliera
- coordinati e continui nel tempo,
- finalizzati a dare risposta a bisogni di salute individuali e complessi,
- definiti in modo da tener conto di quanto e come incidono nel singolo soggetto le variabili legate agli stili di vita, all’invecchiamento, alla copertura dei rischi, ai fattori clinici, assistenziali e sociali.
Nell’impostazione italiana la Salute viene trattata prevalentemente come tematica di organizzazione sanitaria da rimodulare tra la componente territoriale e quella ospedaliera, con una imprevista separazione del tema Prevenzione. Ecco che allora la auspicata integrazione, in tutte le tematiche affrontate, del fattore Salute esce indebolita. Insomma, è vero che alla tematica Salute viene dedicata tutta una Missione, ma il prezzo che si pagherà sarà alto: la esplicita ed auspicata coerenza e sinergia tra i singoli campi di iniziativa e il punto di vista della Salute escono ridimensionate.
Solo nella Missione 5 si fa esplicito riferimento alla centralità del tema Salute rispetto al quale devono posizionarsi le iniziative di inclusione e di coesione.
Anche nella Missione 2- Rivoluzione verde e transizione ecologica si trovano elementi di integrazione con la tematica della Salute. Ciò in coerenza con la nascita del Sistema Nazionale Prevenzione Sanitaria e della sua connessione con il Sistema Nazionale Protezione Ambientale, come previsto dal DL n.36/2022.
Sul piano del rafforzamento delle strutture sanitarie (nel rispetto delle competenze facenti capo allo Stato e alle Regioni) occorre riconoscere le esigenze peculiari delle AI, atteso che proprio la maggiore specificità delle risposte assistenziali garantite dai modelli assunti come riferimento nel DM salute in corso di adozione (il cosiddetto DM 71) richiede flessibilità, a parità di efficacia e di efficienza.
Occorre inoltre arricchire le indicazioni in materia di contrasto alle malattie infettive tradizionalmente presenti, nonché a quelle emergenti e riemergenti.
Concludendo, la peculiarità delle esigenze delle Aree Interne nel campo della Salute non trova adeguato riscontro nell’attuale formulazione dei provvedimenti attuativi della Missione 6 del PNRR italiano, pur riconoscendo la volontà di promuovere assetti innovativi nel campo dell’Assistenza territoriale. In questa situazione occorrerebbe introdurre correttivi almeno nella fase applicativa motivati dalla opportunità di adattare, per queste aree, gli standard assistenziali in via di adozione con il DM salute.