L’estate del 2022 è stata tra le più siccitose della storia ed è già ora di pensare al futuro. Lo sta facendo ANBI, insieme a Coldiretti, che con il “Piano Laghetti” progetta di realizzare 10mila medio-piccoli invasi entro il 2030 offrendo una risposta veloce ed efficace alla necessità di disporre di maggiori quantità d’acqua nella stagione più calda e di allontanarla velocemente dai territori quando in eccesso.
I mesi appena trascorsi si sono caratterizzati per la risalita del cuneo salino nel Po e una criticità idrica che non si registrava da oltre 70 anni – solo per citare l’esempio del fiume più importante d’Italia – con impatti negativi sulla biodiversità e sull’utilizzo dell’acqua a fini lavorativi.
“I laghetti sono realizzati utilizzando la stessa terra prelevata dallo scavo e non influirebbero sull’ambiente fluviale, consentendo di ricaricare la falda e fungendo anche da vasche di laminazione in caso di forti precipitazioni” spiega Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI .“In parallelo tra loro, i laghetti offrirebbero inoltre la possibilità di essere utilizzati come “batterie” attraverso i pompaggi, ospitando anche pannelli fotovoltaici galleggianti per un circuito positivo di eco-sostenibilità che rispetta e tutela l’ambiente”. Gli invasi, inoltre, possono fungere anche da bacino dal quale prelevare acqua in caso di necessità o emergenze, in una stretta sinergia con la Protezione Civile per realizzare attività innovative sull’intero territorio nazionale ed infine sono acque che una volta trattate possono essere destinate all’uso potabile.
Il “Piano Laghetti”, già presentato allo scorso Governo, dopo le recenti elezioni è pronto per essere perfezionato e messo a terra con i nuovi soggetti politici.
“E’ una strada su cui abbiamo avviato il confronto – prosegue Massimo Gargano – D’altronde dobbiamo ricordare che la siccità di quest’anno ha comportato danni per 6 miliardi di euro all’agricoltura, che si aggiungono ai 7, che in media si spendono annualmente per riparare le conseguenze di eventi naturali, quali la recente alluvione nella Marche, una cui prima stima parla di danni per 3 miliardi di euro. Sono le facce di una stessa medaglia, la cui prevenzione costerebbe 5 volte di meno e che possiamo riassumere in uno slogan: “difendere l’acqua, difendersi dall’acqua”.
Nel frattempo, non si aspetta. Agli inizi di ottobre 2022, a Milano, sono stati presentati ben 13 progetti del “Piano Laghetti”. Gli invasi saranno realizzati entro 76 mesi dal finanziamento con una ricaduta economica stimata in circa 18mila posti di lavoro. Le infrastrutture consentiranno l’irrigazione di ulteriori 6.000 ettari di terreno, cui si affiancheranno oltre 7 milioni di kilowattora annui prodotti grazie a 14 nuovi impianti fotovoltaici galleggianti e a una centralina idroelettrica. L’importo complessivo ammonta a 174 milioni di euro e l’invaso più grande, a Vighizzolo, avrà una capacità di 3.500.000 metri cubi. Grazie a tecnologie d’avanguardia, partirà da Brescia, da giugno 2023, anche la cooperazione tra i diversi soggetti in vista dell’applicazione del quadro normativo europeo sull’uso plurimo delle risorse idriche relative all’utilizzo delle acque depurate in agricoltura.
Alice Sponton