Barnacla, questo il nome della varietà di grano duro in grado di resistere meglio agli effetti dello stress idrico. Individuata da una ricerca internazionale sui geni del grano duro che ‘reagiscono’ alla siccità, coordinata da Enea, questa varietà sperimentale è risultata anche la più produttiva in condizioni di scarso apporto d’acqua.
Il grano duro è una coltura alimentare di importanza strategica per l’Italia e per molti paesi che affacciano sul Mediterraneo. Lo studio si inserisce nel contesto attuale caratterizzato da condizioni climatiche sempre più estreme che influiscono sulla crescita delle piante e sulla resa dei raccolti. Identificare varietà capaci di fronteggiare stress quali la disidratazione, causata da fenomeni siccitosi prolungati, significa mitigare l’impatto negativo del climate change sulla sicurezza alimentare e sulla produttività delle filiere agricole.
I risultati della ricerca
La prova sul campo è stata condotta presso il Centro internazionale di miglioramento del mais e del grano (Cimmyt) a Ciudad Obregón, in Messico, in zone topograficamente distanti poiché irrigate in due differenti condizioni: la prima a piena irrigazione con 550-600 mm di acqua totale fornita durante l’intero ciclo colturale e la seconda a regime ridotto con 220-250 mm di acqua distribuita tramite un sistema a goccia. In entrambe le condizioni di irrigazione gli appezzamenti di terreno sono stati sottoposti agli stessi trattamenti agronomici sia di concimazione che di applicazione di fungicidi e insetticidi.
Negli esperimenti sono stati utilizzati sei genotipi diversi di grano duro, di cui tre varietà commerciali italiane (Duilio, Creso e Colosseo) e tre genotipi – (Barnacla, AEL e Altar C84) sviluppati in Messico dal Cimmyt.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista open source Genes, evidenziano come in condizioni di irrigazione ridotta la varietà italiana Creso abbia una resa circa tre volte inferiore rispetto alla piena irrigazione (1,8 t/h contro 5,3 t/h). Nelle stesse condizioni, il grano della varietà Barnacla ha reagito meglio alla carenza d’acqua con una diminuzione del raccolto inferiore al 50% (3,1 t/h a irrigazione ridotta contro 5,8 t/h a piena irrigazione).
Relazione tra gene e resa
«Le piante attivano complessi meccanismi genetici per far fronte a stress ambientali, come la scarsità di acqua, un fenomeno che si verifica sempre più frequentemente anche nelle stagioni fredde, a causa del cambiamento climatico – ha spiegato la ricercatrice del Laboratorio Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari Patrizia Galeffi –. Il nostro studio ha dimostrato che in risposta allo stress idrico esiste una relazione tra gene e resa in campo delle diverse varietà di grano duro».
La collaborazione tra Enea e Cimmyt è iniziata nel 2003-2004 con l’individuazione e l’isolamento del gene DRF1 nel grano duro fino ad arrivare a dimostrare l’esistenza di una correlazione, in caso di stress idrico, tra gene (dato molecolare) e produttività (dato agronomico). «All’inizio sembrava improbabile, se non impossibile, dimostrare questa relazione, ma alla fine – ha concluso Galeffi – è stata premiata la nostra perseveranza che mirava a fornire ai coltivatori informazioni utili sulle varietà di frumento tolleranti alla siccità».