Aiutare la filiera della vite e del riso a fronteggiare i cambiamenti climatici mettendo in campo innovazioni scientifiche e tecnologiche volte a contrastare la perdita della capacità produttiva del suolo. Come? Attraverso l’utilizzo di comunità microbiche su misura. Sono gli obiettivi del progetto Micro4Life, tra i vincitori del bando “Dal suolo al campo. Approcci multidisciplinari per migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico”, promosso da Ager-Agroalimentare e ricerca.
Il progetto, coordinato dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr in collaborazione con il Crea, mira quindi a migliorare la fertilità del suolo, tema che avrà un grande impatto sul futuro considerando che dal terreno dipendono la sicurezza alimentare, la qualità dei prodotti agricoli, la tutela dell’ambiente e della biodiversità.
Il ruolo dei microrganismi
Il suolo è uno degli habitat più ricchi di organismi di tutta la biosfera ed è possibile migliorarne la fertilità nutrendo il suo microbioma mediante l’introduzione, durante la gestione delle colture, di inoculi di microrganismi utili. Le comunità di microrganismi del suolo svolgono un ruolo fondamentale nel riciclare la materia organica e rendere disponibili gli elementi nutritivi alle piante.
I ricercatori che lavoreranno al progetto Micro4Life avranno il compito di identificare dei microrganismi utili che aiutino la pianta a sopravvivere meglio, diminuendo la necessità di interventi umani. Successivamente saranno valutate direttamente in campo le potenzialità di un consorzio di microrganismi scelto per favorire l’attitudine delle piante a reclutare una comunità microbica selezionata e testata in laboratorio e inoculata nel suolo.
«In questo progetto – ha dichiarato Luca Nerva, ricercatore del centro Viticoltura ed enologia e capofila Crea del progetto – metteremo a disposizione asset di grande valore, come la collezione di microrganismi endofiti della vite, prima nel suo genere in Italia, e le conoscenze genetiche del riso per la caratterizzazione di tratti di DNA coinvolti con il richiamo di microrganismi benefici».
Il Crea partecipa alla ricerca con tre dei suoi centri: Viticoltura ed Enologia, Genomica e Bioinformatica e Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari. Il primo si occuperà dello sviluppo di comunità microbiche per alleviare la pressione antropica nel vigneto, il secondo caratterizzerà geni e linee di riso con la capacità di richiamare microrganismi vantaggiosi, mentre il terzo avrà il compito di condurre le attività di monitoraggio ambientale per determinare l’impatto che le soluzioni possono avere sul sistema agrario.
Ad affiancare Cnr-Ipsp e Crea nel progetto Micro4life, selezionato tra i 30 candidati al finanziamento, ci sono l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” e l’Università degli studi di Sassari.