Negli ultimi mesi il dibattito sulla proposta di istituire un fondo unico europeo che accorpi le risorse destinate alla Politica Agricola Comune (PAC) ed altre politiche comunitarie ha suscitato forti preoccupazioni nel mondo agricolo. L’ipotesi avanzata dalla Commissione Europea, in particolare per il periodo post-2027, rappresenta una svolta potenzialmente pericolosa per il futuro dell’agricoltura italiana ed europea, minacciando la stabilità, la competitività e la sostenibilità di un settore già messo a dura prova da crisi geopolitiche, cambiamenti climatici e volatilità dei mercati.
Uno dei rischi principali del fondo unico è la drastica riduzione delle risorse specificamente destinate all’agricoltura. Secondo le stime di Cia-Agricoltori Italiani, la proposta comporterebbe un taglio di circa 80 miliardi di euro rispetto ai 400 miliardi attualmente previsti per l’agricoltura europea, con una perdita secca di 8 miliardi per l’Italia sui 38 miliardi già assegnati. L’effetto combinato di tagli e inflazione rischia di erodere ulteriormente il sostegno agli agricoltori, già penalizzati negli ultimi anni da una riduzione reale delle risorse disponibili.
L’accorpamento delle risorse agricole in un fondo unico, condiviso con voci di spesa eterogenee come welfare, immigrazione, energia e difesa, comporterebbe la perdita della specificità della PAC. Questo strumento, nato per garantire parità di condizioni tra gli agricoltori europei, verrebbe snaturato e privato della sua funzione originaria di sostegno al settore primario. La gestione dei fondi sarebbe demandata ai singoli Stati membri, con ampia discrezionalità e senza garanzie di mantenimento delle priorità agricole.
Un fondo unico europeo rischia, dunque, di accentuare le disparità tra i Paesi dell’Unione. L’agricoltura verrebbe messa in competizione con altri settori strategici, favorendo i Paesi con maggiore peso politico o con economie più forti, a scapito delle regioni agricole più fragili come il Sud Italia. La coesione, principio cardine dell’UE, verrebbe compromessa, minando lo sviluppo equilibrato dei territori e la sopravvivenza delle aree rurali.
La mancanza di una dotazione certa e vincolata alla PAC genererebbe instabilità e incertezza per le imprese agricole, che non potrebbero più contare su strumenti di finanziamento stabili e prevedibili. La pianificazione degli investimenti, l’innovazione e il ricambio generazionale sarebbero messi a rischio, con conseguenze negative sulla competitività del settore e sulla capacità di affrontare le sfide future.
Cia-Agricoltori Italiani sottolinea che il fondo unico metterebbe anche a rischio la sicurezza alimentare europea, aprendo le porte a importazioni di prodotti che non rispettano gli standard ambientali e sanitari dell’UE. La PAC, infatti, non è solo un sostegno economico, ma anche uno strumento per garantire la qualità, la tracciabilità e la sostenibilità delle produzioni agricole. La perdita di strumenti specifici per l’agricoltura comprometterebbe la capacità dell’Europa di rispondere alle crisi alimentari e di tutelare la salute dei cittadini.
Secondo il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il fondo unico rappresenterebbe un “gioco a perdere” per l’Italia e per l’Europa, riducendo il ruolo strategico dell’agricoltura nel progetto europeo e nella transizione ecologica. L’accorpamento delle risorse rischia di indebolire la posizione negoziale dell’Italia a Bruxelles e di esautorare il Parlamento europeo dalle sue funzioni di controllo e indirizzo sulle politiche agricole.
La struttura attuale della PAC, basata su due pilastri (pagamenti diretti e sviluppo rurale), ha permesso di finanziare progetti di tutela ambientale, innovazione e valorizzazione delle aree interne. Un fondo unico cancellerebbe questa distinzione, mettendo in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca per l’accesso alle risorse. Il rischio è quello di disperdere i risultati ottenuti in termini di sostenibilità, biodiversità e contrasto al dissesto idrogeologico.
Il fronte del “NO” al fondo unico è compatto e trasversale. Italia, Grecia, Francia, Austria, Irlanda e Portogallo hanno presentato una nota congiunta a Bruxelles per difendere la struttura a due pilastri della PAC e chiedere strumenti di finanziamento dedicati, stabili e prevedibili. Cia-Agricoltori Italiani ha lanciato campagne di sensibilizzazione ed è pronta a mobilitarsi per difendere il settore e la sicurezza alimentare europea.
Il fondo unico europeo rappresenta, quindi, una grave minaccia concreta per il futuro dell’agricoltura italiana. I rischi riguardano la riduzione delle risorse, la perdita di specificità e autonomia della PAC, l’aumento delle disuguaglianze tra Stati membri, l’instabilità per le imprese agricole, la compromissione della sicurezza alimentare, la perdita di peso strategico dell’agricoltura e l’indebolimento delle politiche di sviluppo rurale e ambientale. Per affrontare le sfide globali e garantire un’agricoltura sostenibile, competitiva e attrattiva per le nuove generazioni, è fondamentale mantenere strumenti di bilancio dedicati e una visione politica chiara a tutela del comparto agricolo italiano ed europeo.