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Autore: Cristiano Fini - Presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani
Negli ultimi mesi il dibattito sulla proposta di istituire un fondo unico europeo che accorpi le risorse destinate alla Politica Agricola Comune (PAC) ed altre politiche comunitarie ha suscitato forti preoccupazioni nel mondo agricolo. L’ipotesi avanzata dalla Commissione Europea, in particolare per il periodo post-2027, rappresenta una svolta potenzialmente pericolosa per il futuro dell’agricoltura italiana ed europea, minacciando la stabilità, la competitività e la sostenibilità di un settore già messo a dura prova da crisi geopolitiche, cambiamenti climatici e volatilità dei mercati. Uno dei rischi principali del fondo unico è la drastica riduzione delle risorse specificamente destinate all’agricoltura. Secondo le…
Su la guardia, l’agricoltura chiede fatti
Il 2025 si configura per essere l’anno delle scelte decisive, anche per l’agricoltura. Al cambio di passo necessario a un settore strategico per il Paese, ma a corto di forze, sembra aprirsi un varco importante sul fronte europeo. Bruxelles tocca, finalmente, le corde degli agricoltori. La comunicazione Hansen sul futuro prende coraggio e spinge la tabella di marcia Ue oltre i diktat del Green Deal per riposizionare l’agricoltura al cuore della sostenibilità, cruciale per quella ambientale, tanto più per quella economica e sociale. Con le aree interne a fare da ago della bilancia, soprattutto quando si tratta dei Paesi Ue…
Il settore primario ad un punto di svolta
L’agricoltura è a un punto di svolta, occorre adesso imboccare la strada giusta. Ridare centralità al primario vuol dire agire concretamente con misure adeguate, onde evitare l’abbandono delle aree interne e la perdita del presidio sul territorio, con la scomparsa del paesaggio e della biodiversità. Conseguenza di tutto questo, la fine del Made in Italy agroalimentare: un rischio che il Paese non può correre. Tra il 2000 e il 2020, delle 1,3 milioni di aziende che hanno cessata l’attività in Italia, 3 su 4 erano situate in aree collinari e montane. La chiusura ha comportato la riduzione di 850mila ettari…
Nel 2022 i lavoratori agricoli impiegati nel settore sono stati, in Italia, circa un milione, mentre le aziende del comparto che assumevano dipendenti più di 174 mila, andando a incidere per il 25% sul totale delle imprese attive, iscritte alle Camere di Commercio. Praticamente circa tre quarti delle attività agricole non assumevano dipendenti. Lato manodopera nel settore, solo il 10% del totale risultava a contratto a tempo indeterminato, il restante 90% a tempo determinato. Nel primo caso, lavorando in media 251 giornate, nel secondo solo 90. In sostanza, il 33% dei dipendenti agricoli lo è stato per meno di 50…
