Mentre l’Europa alza lo sguardo verso i cieli della difesa comune e riversa centinaia di miliardi nel riarmo post-conflitto ucraino – russo, nei campi agricoli si abbatte silenziosa una tempesta di tutt’altra natura.
La proposta della Commissione Europea di tagliare del 20% la Politica Agricola Comune tra il 2028 e il 2034 rischia di minare alle fondamenta il sistema agroalimentare europeo, proprio nel momento in cui i cittadini chiedono più sicurezza, più autonomia e più sostenibilità.
In Italia, dove il comparto agricolo non è solo economia ma identità, paesaggio e presidio culturale, la riduzione dei fondi si tradurrà in meno assunzioni, più disoccupazione, perdita di tracciabilità e crescita delle importazioni di prodotti agricoli esteri, spesso con standard qualitativi inferiori.
Non si tratta solo di difendere il lavoro agricolo, ma anche la salute pubblica e la fiducia del consumatore. L’indebolimento delle misure di sicurezza sul lavoro e dei controlli sanitari porterà un effetto collaterale preoccupante: la diminuzione di vigilanza significa aumento di rischi e di morti bianche, in un settore già esposto e troppo spesso dimenticato. Argomento di punta dei corsi di formazione per giornalisti, ispirati da Fondazione Enpaia, con i vari Consigli degli Ordini regionali dei giornalisti in tutta l’Italia.
A peggiorare il quadro si aggiunge una variabile drammatica: l’acqua. I tagli impatteranno anche sugli investimenti in approvvigionamento idrico, proprio ora che la crisi climatica ci impone soluzioni strutturali e resilienti. E si sa, “senz’acqua non frutta”. Senza irrigazione efficiente, le coltivazioni muoiono e con esse la speranza di autonomia alimentare. Serve una reazione politica, culturale e strategica. Il bilancio agricolo europeo va reso autonomo e blindato rispetto a logiche belliche.
Occorre rafforzare i meccanismi di condizionalità sociale e ambientale, investire in innovazione e sostenibilità, e coinvolgere direttamente i cittadini attraverso processi decisionali più trasparenti. L’Europa agricola non è un residuo del passato, ma una leva di pace, salute e indipendenza che va protetta con lungimiranza.
La Commissione Europea mostra una fermezza istituzionale che tuttavia appare sempre più incline ad assecondare priorità geopolitiche e industriali, anche quando queste contraddicono le esigenze fondamentali dei cittadini. In un’Europa che investe massicciamente nella difesa, il rischio è di smarrire il senso della sicurezza alimentare come bene pubblico.
Il futuro dell’Unione non si costruisce solo con gli armamenti: si coltiva, si irriga, si raccoglie. E si difende anche a tavola.
La posta in gioco
📉 Tagli alla PAC: impatto diretto sul lavoro agricolo
- Riduzione del 20% del bilancio PAC: da 386 a 300 miliardi €
- In Italia, 770.000 aziende agricole coinvolte (fonte: Coldiretti)
- Settore con circa 4 milioni di occupati
- ↓ Investimenti → ↓ assunzioni (stagionali e giovanili)
- Rischio crescita disoccupazione e chiusura microimprese
🛡️ Sicurezza sul lavoro in bilico
- Meno fondi = meno formazione, meno prevenzione
- Rischio aumento di incidenti e sfruttamento
- Indebolimento della condizionalità sociale (collegamento tra fondi e rispetto norme)
- Settori già fragili come agricoltura ed edilizia più esposti
🧃 Senza acqua non frutta: emergenza irrigazione
- Tagli possono compromettere gli investimenti idrici
- Sostenibilità agricola a rischio in tempi di siccità crescente
- ↓ innovazione irrigua → ↓ resa delle colture
🛒 Consumatori meno tutelati
- ↓ controlli → ↑ rischio frodi alimentari
- ↑ importazioni extra-UE con minori standard sanitari
- ↓ produzione interna → ↑ prezzi e instabilità
💸 Imprese italiane in perdita
- Settore agricolo italiano vale 707 miliardi €
- Riduzione PAC = perdita in decine di miliardi
- Colpiti investimenti, innovazione e transizione ecologica
🪖 Cibo contro carri armati: la scelta geopolitica
- Piano ReArm Europe: 800 miliardi € alla difesa
- Parte delle risorse provenienti da fusione PAC-fondi coesione
- Critiche alla priorità del riarmo sulla sicurezza alimentare
🔄 Proposte per invertire la rotta
- Bilancio agricolo separato da quello difensivo
- Rafforzamento condizionalità sociale e ambientale
- Investimenti in innovazione, sostenibilità, ricerca
- Maggiore trasparenza sui bilanci UE
- Coinvolgimento attivo dei cittadini nella difesa dell’autonomia alimentare