di Alessandro Folli, Presidente Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi
I Consorzi di bonifica regolano e gestiscono l’acqua dei reticoli artificiali con finalità prioritariamente irrigue, soddisfacendo in primis le esigenze idriche delle aziende e realtà agricole dei propri territori. I Consorzi sono infatti enti pubblici economici che operano all’insegna dell’autogestione e dell’autofinanziamento: gli agricoltori e i proprietari di immobili che ricadano in un comprensorio versano infatti una quota in cambio dei servizi e delle opere assicurate da questi enti. E’ risaputo come l’uso irriguo dell’acqua sia secondo unicamente a quello umano. L’80% dei prodotti italiani deriva appunto dalle aree irrigate e il Made in Italy agroalimentare è importante non solo per l’export; rappresenta infatti un fattore di notevole attrattività turistica. Evidente quindi l’importanza dell’irrigazione per l’Italia e per la Lombardia in particolare, che è la regione con la più alta produzione agricola del Paese.
Il sistema irriguo lombardo – una rete di 40.000 km che percorre tutta la pianura, distribuendo l’acqua capillarmente – è gestito da 12 attori strategici ovvero i Consorzi di bonifica e di irrigazione. Quello svolto da questi enti è un lavoro fondamentale, che richiede una grande competenza tecnico-idraulica e una profonda conoscenza del territorio, in un momento storico caratterizzato da significativi cambiamenti climatici all’insegna di sempre più frequenti periodi di siccità, interrotti da precipitazioni violente e anche alluvioni, che si stanno rivelando estremamente problematici da gestire e contrastare. Basti pensare che dal 2000 ad oggi si sono avute diverse crisi idriche, delle quali l’attuale è senza dubbio la più grave all’insegna di scarse precipitazione e dell’assenza pressoché totale di riserve di neve in montagna. In relazione a ciò sono in corso studi e programmi per attuare un uso efficiente, meno oneroso e più ecologico dei sistemi idrici, che possa però salvaguardarne le virtuose peculiarità e i benèfici effetti. Quello irriguo, basato sulla sommersione (delle risaie) o sullo scorrimento (per la coltura del mais), ha una forte valenza ambientale, contribuendo alla ricarica delle falde sotterranee e, quindi, di conseguenza al rimpinguamento della portata di fiumi e corsi d’acqua, a cominciare dal Po.
In scenari di grande complessità i Consorzi svolgono pertanto al contempo un servizio pubblico essenziale e di presidio idraulico del territorio. Anche nella recente fase di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19, è risultato indispensabile assicurare l’acqua per non mettere in crisi il settore alimentare e per garantire le opere necessarie per la difesa del suolo e anche in questa occasione i Consorzi hanno sempre garantito, anche nei momenti più difficili, i servizi irrinunciabili, nell’interesse collettivo e all’insegna di quella che rappresenta la loro missione: portare l’acqua dove manca, toglierla dove è troppa grazie ad una attenta opera svolta sul territorio. I canali, vale la pena ricordarlo, richiedono una gestione puntuale: l’acqua che trasportano deve essere regolata, controllata, direzionata; persino sollevata e deviata, quando appunto è in eccesso. Così, da secoli, i gestori dei corsi d’acqua artificiali aprono e chiudono le paratoie, regolano le bocche di derivazione, misurano le portate, programmano tempi e modalità per garantire l’irrigazione di vasti territori. Si tratta di attività impegnative, oggi solo in parte rese più rapide e agevoli dall’impiego di tecnologie all’avanguardia.
Un ruolo di primo piano viene poi ricoperto dalla manutenzione, effettuata dai Consorzi anche grazie all’accesso ai finanziamenti pubblici, senza la quale i canali e le opere idrauliche non potrebbero funzionare a dovere. Per questo, i Consorzi dedicano un’attenzione particolare alle opere di ammodernamento e consolidamento dei propri reticoli, rendendoli sempre più funzionali alle necessità di chi beneficia dei numerosi servizi ad esso collegati. Strategica appare anche la collaborazione avviata, in numerosi casi, con gli Enti locali ed altre realtà attive sul territorio: mettendo a disposizione il proprio patrimonio di saperi e competenze sul piano gestionale ed operativo, i Consorzi forniscono un prezioso supporto tecnico attraverso studi e programmi, attività di progettazione e realizzazione di interventi, confermandosi così attori determinanti nella salvaguardia idraulica e ambientale del territorio.
Col passare del tempo, alle tradizionali funzioni di irrigazione e bonifica ricoperte, se ne sono sommate di innovative, che hanno contribuito a definire nuovi orizzonti: protagonista indiscusso, ancora una volta, “l’oro blu”. A poco a poco i canali si sono ritagliati uno spazio sempre più rilevante nell’immaginario quotidiano di visitatori, sportivi, amanti della natura e delle attività all’aria aperta. Da strumenti per garantire le funzioni irrigue, produrre energia, muovere uomini e merci, i canali sono sempre più concepiti come vere e proprie vie d’acqua, spesso teatro di manifestazioni ed eventi di notevole richiamo. Si rafforza così il legame che da sempre intercorre con i territori, che, nel tempo, hanno saputo individuare nell’acqua veicolata dai canali un motore di sviluppo innovativo sia sotto il profilo economico che culturale.
Basti pensare alla produzione di energia pulita con la costruzione di impianti idroelettrici o ancora alle attività di promozione turistica e culturale attuate grazie alla diffusione di una positiva cultura dell’acqua, bene prezioso e insostituibile, da veicolare in particolare tra le generazioni future perché imparino a fruirne con sempre maggiore consapevolezza, o ancora allo sviluppo della navigazione e della mobilità lenta. All’orizzonte si profilano sfide sempre nuove da affrontare, come la possibilità di sfruttare la rete idrica per lo smaltimento delle acque meteoriche o parassite, in sinergia con i gestori del servizio idrico integrato a supporto dell’invarianza idraulica, o di recuperare le acque reflue, opportunamente trattate, anche ad uso irriguo, razionalizzando gli utilizzi idrici senza alterare gli equilibri ambientali, e ancora di riscoprire il ruolo rigeneratore dell’acqua per un rinnovato rapporto con l’urbano.
Insomma, pur mantenendo ben salde le proprie radici nelle tradizionali attività, i Consorzi hanno scelto di crescere e mettersi in gioco, aprendosi all’innovazione e sviluppando un modello di governance per la gestione delle acque capace di fare sintesi tra le diverse funzioni e in grado di orientare un operato responsabile al servizio di un territorio da preservare e valorizzare. Perché i canali possano costituire delle vere e proprie vie d’acqua occorre, però, un opportuno contemperamento tra le diverse esigenze, con l’individuazione delle specifiche fonti di copertura dei costi – molto spesso onerosi – derivanti dalle nuove funzionalità in modo da non gravare ingiustamente sul mondo agricolo, che non può certo farsi carico di tutte le spese gestionali che accompagnano la nuova polivalenza dell’acqua.