Quattrocento stand, tra i quali anche quello della Fondazione Enpaia, con mercati degli agricoltori, aree del gusto e street food, stalle e agriasili, fattorie didattiche e orti, antichi mestieri e pet therapy, agrichef e laboratori, nuove tecnologie e workshop, nei quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare al fianco di oltre quarantamila agricoltori, nonostante il difficile momento legato al caro bollette e alla guerra in Ucraina, hanno animato il week end a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre nel capoluogo lombardo.
Una “festa del popolo” che per tre giorni ha reso il Villaggio in giallo la capitale dell’agroalimentare italiano alle prese con una delle crisi più drammatiche mai affrontate. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno messo sul tavolo tutte le criticità del settore, il caro bollette in primis, ma non solo. Le filiere made in Italy sono certamente piegate soprattutto dagli aumenti dei costi “stellari” fino a +500% per elettricità e gas, ma anche per fertilizzanti, mangimi e tutti gli altri fattori della produzione come vetro, carta e plastica.
Un ampio sguardo è stato dedicato anche all’Unione europea dove si stanno mettendo in campo politiche che sembrano disegnate su misura per mettere in difficoltà le eccellenze italiane. Il Nutriscore, la direttiva sui fitosanitari che porterebbe a un drastico taglio della produzione nazionale, l’equiparazione delle stalle alle ciminiere e poi ancora il vino demonizzato e soprattutto i prodotti alimentari creati in laboratorio come la carne finta o il latte, senza dimenticare gli insetti nel piatto sdoganati da Bruxelles (e protagonisti al Villaggio nella prima mostra degli orrori a tavola). Il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo ha lamentato l’ assenza di considerazione politica su un tema tanto importante, perché il cibo sintetico sta arrivando: “si stanno impegnando 250 milioni di dollari sulla comunicazione, non per parlare di cibo sintetico ma per tenere il tema sotto il pelo dell’acqua. Venti persone nel mondo che già hanno concentrato nelle loro mani farmaceutica e comunicazione vogliono impossessarsi anche del cibo imponendo una dieta globale che Gesmundo ha definito “una forma di colonialismo” . E le armi per combatterlo sono i farmers market. Tanti temi dunque, tutti fondamentali per il futuro delle persone e del settore agricolo.
“Abbiamo chiesto al Governo – ha dichiarato il Presidente Prandini – di dare risposte ai bisogni delle nostre imprese, ma finora non si è vista alcuna risposta”. E così si avvantaggiano paesi come l’Olanda per le speculazioni, mentre altri partner Ue come la Germania in assenza del tetto sul gas hanno stanziato 200 miliardi per ristorare imprese e cittadini.
L’Italia viene dunque danneggiata dalla concorrenza sleale e il primo effetto è l’aumento delle importazioni che hanno già raggiunto il +30%. “Torniamo dunque a chiedere – ha ribadito Prandini – interventi urgenti sulla bolletta energetica e sul fronte estero reciprocità perché siamo favorevoli al libero scambio, ma se le nostre imprese rispettano le regole non è possibile che poi i nostri agricoltori devono far fronte all’invasione di prodotti da mercati come la Turchia e la Tunisia dove i costi e le modalità produttive non sono come quelle italiane”.
Alessia Capeccioni