
Forum Enpaia 2022. Un nuovo welfare per nuovi scenari demografici
Ricambio generazionale, sinergia tra pubblico e privato, informazione e sistemi previdenziali flessibili, i temi al centro della sessione di lavoro su “Cambiamento demografico, economia e sistemi di welfare ” da cui emerge il ruolo strategico della previdenza complementare
Previdenza moderna e nuovo welfare che segua l’evoluzione del mercato e il cambiamento demografico, ragionando su un sistema flessibile che alle risorse pubbliche affianchi risorse private. E’ questo il messaggio emerso nel corso del Forum Enpaia 2022, in cui il mondo delle associazioni ha evidenziato la necessità di un cambio di passo sulla previdenza complementare.
«Welfare più adeguato al cambiamento demografico»
«Il fenomeno del progressivo invecchiamento della popolazione, che determinerà un grande cambiamento nei consumi e nei risparmi, richiede un sistema di welfare più importante, adeguato al contesto. Per farlo – ha affermato la Presidente Poste Italiane e Ania, Maria Bianca Farina – servono risorse aggiuntive. E dobbiamo occuparcene da subito». Per Farina è quindi importante «ragionare su un sistema di affiancamento tra finanziamento pubblico e privato».
«Mettere in moto il risparmio privato»
«In Italia – ha proseguito Farina – abbiamo un risparmio privato enorme, fermo nei conti bancari. Dobbiamo metterlo al servizio dell’economia reale, farlo fruttare dentro le imprese, soprattutto se piccole e poco capitalizzate come quelle agricole. La vera ricetta è mettere in moto il risparmio privato affidandolo a chi lo sa gestire e far sì che questo generi crescita».
«Incentivare le adesioni e puntare su una gestione flessibile»
Cinzia Tagliabue, Vice Presidente Assogestioni, ha messo l’accento sull’urgenza di incentivare le adesioni al sistema previdenziale complementare «oggi minime. Insufficienti. Non si è mai parlato di obbligatorietà, ma riteniamo sia la strada da intraprendere».
Tagliabue ha poi spiegato che il sistema semiautomatico per il Tfr non è più efficace, tanto più per un giovane che è maggiormente penalizzato nel rimanere nella linea garantita che non dà ritorni considerevoli. A tal proposito, secondo la Vice Presidente di Assogestioni, è necessario puntare su opzioni più moderne come una gestione flessibile attraverso un piano di investimento “life-cycle” che prevede una graduale riduzione del rischio finanziario dell’investimento previdenziale con l’avanzare dell’età pensionistica.
Per rendere consapevoli i previdenti è necessario mettere in campo una comunicazione informativa massiva: «oggi – ha incalzato Tagliabue – manca una cultura finanziaria del risparmiatore. Ritengo si debba iniziare già dalla scuola dell’obbligo».
«Scongiurare il conflitto generazionale»
Sulla necessità di rivedere il sistema previdenziale è intervenuto anche il Presidente Mefop, Mauro Marè: «Ogni sistema pensionistico – ha detto – è basato sul mercato del lavoro. Se quest’ultimo cambia, ed è cambiato, occorre necessariamente riformare il sistema previdenziale. Oggi siamo in presenza di un conflitto generazionale. Abbiamo pochi giovani poco attivi nel mondo del lavoro e molti anziani che vivranno più a lungo. Cosa succederà? I giovani si ribelleranno perché non hanno i soldi per pagare i contributi delle loro future pensioni”. Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la previdenza complementare. Marè ha infatti ricordato che la previdenza complementare ha più di un vantaggio: oltre che integrare il reddito di quella obbligatoria, «può incentivare gli investimenti volti a generare effetti positivi sulla crescita economica».
«Visione politica a lungo termine per rilanciare le potenzialità dei giovani»
Alberto Oliveti, Presidente Adepp, ha rimarcato l’importanza di «incoraggiare la crescita del Paese e accedere a quei giacimenti di ricchezza che in passato resero l’Italia la quinta potenza economica industriale mondiale. E, in tal senso, il settore agroalimentare svolge una funzione strategica. Serve una visione politica a lungo termine per il sistema Paese capace di rilanciare le potenzialità dei giovani e ridurre l’evasione fiscale».
«Previdenza complementare, serve salto culturale»
Il Presidente Confederdia, Claudio Paitowsky, ha lanciato un appello alle Istituzioni: «al fine di consentire a Enpaia, nel campo previdenziale, di sviluppare a pieno le potenzialità del settore agricolo, le Istituzioni dovrebbero dimostrare maggiore sensibilità. Con l’avvento della riforma pensionistica del ‘95, che ha introdotto il sistema contributivo – ha spiegato Paitowsky – coloro che andranno in pensione fra venti-trenta anni avranno un tasso di copertura che arriverà nella migliore delle ipotesi al 60%. Nei prossimi vent’anni avremo pensionati sempre più poveri e prima o poi questi dovranno fare ricorso allo Stato. Per evitare di intervenire quando queste persone anziane avranno meno reddito e più bisogno di assistenza, lo Stato dovrebbe potenziare enti come Enpaia, dando loro la possibilità di sviluppare pienamente la previdenza complementare. Sono tanti anni che se ne parla, ma questa rivoluzione culturale non è ancora arrivata. Capisco che sottrarre le risorse ai dipendenti per la previdenza complementare, in un momento difficile come quello attuale, non sia semplice, ma dobbiamo farlo. Non dobbiamo pensare solo all’oggi – ha concluso il Presidente di Confederdia – e commettere l’errore di non guardare alle prossime generazioni».
L.S.