Il prossimo 1° gennaio entrerà in vigore la nuova programmazione della Pac. Tra conferme e novità, la Pac 2023-2027 sarà pro giovani?
Come spiegato dal presidente di Ismea Angelo Frascarelli, il sostegno per i giovani agricoltori nella Pac sarà da entrambi i pilastri: nel I pilastro è previsto il sostegno complementare al reddito, nel II pilastro quello per l’insediamento. «L’Unione europea nella nuova programmazione ha quindi confermato l’impegno a contrastare la senilizzazione dell’agricoltura e favorire l’insediamento dei giovani. Il ricambio generazionale – ha sottolineato Frascarelli – è infatti uno dei nove obiettivi specifici della Pac, precisamente l’obiettivo n. 7».
Come avverrà questo sostegno ai giovani? «Innanzitutto – ha proseguito Frascarelli – è stato confermato un pagamento specifico per i giovani agricoltori nel primo pilastro della Pac nell’ambito dei pagamenti diretti. Unitamente al pagamento di base, redistributivo, al pagamento accoppiato e agli ecoschemi, troviamo quindi la novità legata proprio ai giovani agricoltori che prevede l’erogazione di un sostegno aggiuntivo (un pagamento annuale disaccoppiato per ettaro ammissibile) di 83,50 euro a ettaro, che si somma a tutti gli altri pagamenti, quando l’azienda è condotta da un giovane con meno di 41 anni, insediato da non più di cinque anni, e per i primi 90 ettari».
Primo insediamento, premio a 100mila euro
Per quanto riguarda il secondo pilastro, nella politica di sviluppo rurale, che sarà ancora una volta gestita dalle Regioni, sono previste maggiori risorse per i giovani agricoltori: «ben 72 milioni di euro transitano dal primo al secondo pilastro per incrementare proprio l’insediamento – ha puntualizzato Frascarelli –». Il sostegno all’insediamento è stato dunque potenziato mediante un premio massimale che passa da 70mila euro a 100mila euro. «Il supporto – ha dichiarato il presidente Ismea – può essere concesso in forma di premio in conto capitale anche in più stati di avanzamento, o tramite il ricorso a strumenti finanziari, o ancora attraverso una combinazione delle due modalità».
La misura 6.1 si chiamerà SRE01
L’altra novità, ha spiegato il presidente Ismea, riguarda il nome della misura di primo insediamento: «quella che oggi è la misura 6.1 del Psr domani si chiamerà misura SRE01, ed è sostanzialmente un incentivo ai giovani sia per l’insediamento che per gli investimenti».
Incentivare la competitività
Frascarelli ha inoltre spiegato che nel secondo pilastro gli stanziamenti sono molto più selettivi rispetto al primo pilastro. «Nel primo pilastro è sufficiente possedere il terreno e automaticamente l’agricoltore può accedere al pagamento aggiuntivo di 83,50 euro, mentre nel secondo pilastro bisogna presentare un progetto di insediamento, un progetto d’impresa, molto spesso anche con multi-misura con altri tipi di interventi. Il giovane è quindi chiamato a documentare la sua progettualità. Perché? Un giovane che si insedia ha un futuro nell’azienda agricola quanto più riesce a creare un progetto di impresa competitivo sul mercato, soprattutto nelle due direzioni che oggi sono i fattori fondamentali della competitività, ovvero la transizione ecologica e digitale».
Box Requisiti di formazione e/o competenze
Il giovane agricoltore deve possedere i seguenti titoli di studio per poter avere il sostegno:
-titolo universitario a indirizzo agricolo, forestale, veterinario, o titolo di scuola secondaria di secondo grado a indirizzo agricolo;
-Titolo di scuola secondaria di secondo grado a indirizzo non agricolo e attestato di frequenza ad almeno un corso di formazione di almeno 150 ore, con superamento dell’esame finale, su tematiche riferibili al settore agroalimentare, ambientale o della dimensione sociale, tenuto da enti accreditati dalle Regioni o Province autonome, o partecipazione ad un intervento di cooperazione per il ricambio generazionale;
-Titolo di scuola secondaria di primo grado, accompagnato da esperienza lavorativa di almeno tre anni nel settore agricolo, documentata dall’iscrizione al relativo regime previdenziale o acquisita nell’ambito dell’intervento di cooperazione per il ricambio generazionale, oppure, ove previsto nei bandi regionali per gli interventi di sviluppo rurale, titolo di scuola secondaria di primo grado accompagnato da attestato di frequenza ad uno o più corsi di formazione di almeno 150 ore come stabilito dalla medesima Regione o Provincia autonoma, con superamento dell’esame finale, su tematiche riferibili al settore agroalimentare, ambientale o della dimensione sociale.
Laura Saggio