La resilienza dell’agricoltura oltre la crisi. La tutela del lavoro degli imprenditori agricoli. Il valore delle produzioni Made in Italy. Le sfide e le proposte per garantire centralità a un comparto strategico per l’intera economia nazionale. Se n’è discusso in occasione del Forum Enpaia 2022 su “Economia e società. Gli scenari di oggi e di domani nell’epoca dell’incertezza”, tenutosi presso Villa Aurelia a Roma. Ai lavori hanno partecipato esponenti del mondo istituzionale, economico e produttivo, degli Enti di previdenza e dei Fondi d’investimento.
«Energia, superare paradosso di mancata trasparenza»
A fare il punto su un paradosso legato alla produzione dell’energia che penalizza il settore e non solo, il direttore dell’Anbi Massimo Gargano che ha spiegato: «oggi possiamo produrre energia ma siamo costretti a consumarla tutta dove abbiamo l’impianto idrovoro. Se l’impianto dista 10 metri dall’azienda siamo costretti a venderla -escluso quella che autoconsumiamo- al soggetto che poi la distribuisce e riacquistarla a prezzo di mercato, assolutamente maggiorato. Questo non può funzionare. È una delle grandi questioni che poniamo all’attenzione del nuovo governo: dobbiamo superare sbarramenti culturali e di mancata trasparenza».
«Pac inadeguata, mina il potenziale produttivo delle aziende»
Sulla nuova Pac è intervenuto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti affermando che «non si adatta all’attuale contesto e rischia di compromettere il potenziale produttivo delle aziende agricole. Il modello è cambiato, dobbiamo concentrarci sulle aziende che producono per il mercato. Per favorire lo sviluppo dell’intero comparto è necessario puntare su innovazione tecnologica e digitale».
«Stop a cibo sintetico e Nutriscore»
Quanto alla questione legata ai cibi creati in laboratorio, la posizione del segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo è netta: «se passa il cibo sintetico, oggi in mano a tre-quattro multinazionali, non esisteranno più gli agricoltori. Timmermans sta miniaturizzando l’agricoltura europea, ha una visione globalista e non comprende che siamo entrati in una fase di deglobalizzazione, e in questo contesto il Nutriscore è vettore per tali pericolosi tentativi di cambiamento».
Il vicedirettore della Fao Maurizio Martina, rispondendo al monito di Gesmundo, ha affermato che è giusto segnalare l’allarme ed è evidente che ci sarà un nodo da superare rispetto al tema del cibo sintetico. La Fao, ha spiegato Martina, lavora su un altro fronte, «ma certamente dentro una prospettiva di innovazione che non può essere esclusa». Quanto all’attuale situazione di crisi, Martina ha puntualizzato che il conflitto in Ucraina ha palesato quello che già la pandemia aveva evidenziato, ossia che «i sistemi agroalimentari hanno bisogno di trovare un nuovo equilibrio. Come? Favorendo una diffusione tecnologica capillare tra le piccole aziende».
«Un Piano per sostenibilità e competitività delle filiere agricole»
Porre al centro la sostenibilità e lo sviluppo competitivo delle filiere, rilanciando le aree interne che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana: è l’obiettivo da perseguire secondo il presidente Cia Cristiano Fini. «Per salvare l’agricoltura – ha sottolineato Fini – è cruciale salvaguardare le tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Questa è la strada da percorrere per cogliere l’irrinunciabile sfida della transizione ecologica e sfruttare le sue importanti opportunità, a partire da quelle del Pnrr».
«Export chiave per uscire dalla crisi»
Per Gaetano Mancini, Vice Presidente Confcooperative, per uscire dalla crisi bisogna puntare sull’export. «Dobbiamo individuare i mercati che chiedono qualità e che vedono nelle nostre eccellenze come un riferimento. Questo comporta l’esigenza di politiche adeguate che consentano alle nostre realtà di diffondersi nei mercati esteri. Occorre, dunque, un’azione sistemica per consentire al settore di crescere e preservare il Made in Italy».
«Valorizzare la multifunzionalità agricola puntando sui giovani»
Per valorizzare l’eccezionale multifunzionalità del settore agroalimentare, ad alto valore aggiunto, per il Segretario Generale Fai-Cisl Onofrio Rota, è importante dare pieno riconoscimento alle lavoratrici e lavoratori agricoli. Inoltre, «facciamo fatica ad avvicinare i giovani lavoratori all’agricoltura perché ritengono che il settore sia poco remunerativo e professionalizzante – ha puntualizzato Rota –. Dobbiamo invertire questa tendenza. Portare i giovani negli 8mila comuni italiani significherebbe portare una risorsa di 8mila agricolture diverse e stimolare il cambiamento».
«Arrestare le speculazioni»
Per il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, «gli incrementi dovuti all’inflazione hanno portato via quasi una mensilità ai lavoratori. E le persone a reddito fisso che guadagnano meno, lavoratori precari, stagionali, stanno soffrendo maggiormente». Mantegazza ha invocato quindi la definizione di un limite al prezzo del gas e di ripensare in maniera più strutturata la politica energetica del Paese: «servono decisioni utili per calmierare le bollette e per far fronte ai rincari nel carrello della spesa, arrivati al 10%».
Il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Minnini ha ribadito che le speculazioni su energia e prodotti agricoli, in particolare cereali, pesano notevolmente su lavoratori e consumatori. Perciò, dice, è «urgente mettere in campo politiche di sostegno».
«Investitori istituzionali a supporto delle PMI»
Barbara Poggiali, Presidente Fondo Italiano di Investimento SGR (che dal 2010 sostiene la competitività del sistema industriale italiano contribuendo allo sviluppo dell’economia reale del Paese), ha spiegato che «il Fondo nasce per aiutare la piccola e media impresa, l’eccellenza italiana che fatica ad emergere. Aiutiamo le aziende ad esportare. Il nostro ruolo è anche accompagnare i capitali degli investitori istituzionali verso l’economia reale». Nel 2022, ha ricordato Poggiali, «abbiamo lanciato il Fondo Italiano Agritech & Food, interamente dedicato all’agroalimentare italiano, con l’obiettivo di investire fino a 250 milioni nel settore. Il nostro compito – ha concluso – è anche creare filiere e supportarne lo sviluppo tecnologico».
Per Moreno Zani, Presidente di Tendercapital, «il Made in Italy è un brand ed è la nostra forza. Nello specifico, nell’agroalimentare il nostro ruolo è identificare aziende che hanno un grande potenziale e farle diventare campioni internazionali nel proprio settore di riferimento».
Sugli strumenti finanziari come supporto al tessuto agricolo per conquistare nuove fette di mercato, Albiera Antinori, Amministratore Delegato di Marchesi Antinori, ha affermato che «sicuramente possono essere un’opportunità. Quanto alla viticoltura ci sono delle difficoltà in più, perché per creare un brand e consolidarlo occorrono almeno 15-20 anni e bisogna dunque valutare se queste aggregazioni di sostegno manageriali e finanziarie riescono a durare nel tempo. Sicuramente funzionano dal punto logistico e promozionale».
«Riorganizzare la ricerca in agricoltura»
«In Italia abbiamo un sistema importante di ricerca scientifica in agricoltura: 35 Istituti specializzati con oltre 100 sedi sparse su tutto il territorio, e ancora Università di agraria e Istituti tecnici, ma mancano di coordinamento – ha rimarcato il Presidente FeNDA/CIDA, Cesare Manfroni –. Perciò, occorre promuovere una riorganizzazione della ricerca scientifica. In un momento in cui la qualità delle produzioni è essenziale, la scienza ci può aiutare a produrre bene senza inquinare».
L.S.